«Quando pubblicherò il mio ricorso sul Toskanellum ci si renderà conto che abbiamo a che fare con persone, di cui Renzi non è la testa ma l’esponente pubblico e l’esecutore, che hanno deciso di non preoccuparsi della costituzionalità delle leggi. Intanto stanno tentando di modificare gli equilibri della Corte Costituzionale, con le prossime nomine.

Poi la sentenza n. 1/2014 ha stabilito che la dichiarazione di incostituzionalità dell’Italikum non avrebbe effetto retroattivo. Con il differimento dell’entrata in vigore al 2017 tentano di evitare che si facciano ricorsi ex art.702 bis cpc, ma atti di citazione che tranquillamente se notificati nella prima metà del 2015 possono andare a sentenza alla fine del 2016, con la remissione alla Corte Costituzionale, qualche  errore di notifica di ordinanza, una Gazzetta Ufficiale impegnata e la fissazione dell’udienza arriviamo alla fine del 2017.

Nel frattempo si sarebbero fatte  le elezioni, grazie ad uno scioglimento anticipato, che un Presidente della Repubblica complice farebbe al momento opportuno se servisse. Con le elezioni farsa per Province e Città Metropolitana hanno saggiato la complicità del sistema mediatico,  l’apatia della pubblica opinione e l’indecisione delle opposizioni disperse e divise. Chi è deciso, e Renzi lo è, ha le stesse difficoltà di chi affonda una lama d’acciaio nel burro. Tra oggi e il novembre 2017 ci sono 4 giudici costituzionali da nominare: 3 di nomina parlamentare e 1 dai giudici di cassazione.

Felice Besostri