Premesso che

Queste elezioni del 3 e 4 ottobre non sono solo amministrative importanti di oltre 1.000 comuni delle Regioni a statuto ordinario e del Friuli-Venezia Giulia che andranno al voto per eleggere sindaci e consiglieri comunali. In totale saranno 1.348 i comuni che voteranno per le amministrative nella tornata di ottobre. Alle urne 20 capoluoghi di provincia: tra questi anche sei capoluoghi di Regione (Bologna, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste) e coinvolgono cinque città capoluogo di Città metropolitana, Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna. Si vota anche in una Regione problematica come la Calabria e in due elezioni suppletive per la Camera dei Deputati, nei collegi uninominali maggioritari di Siena e Roma Primavalle.

A vario titolo saranno coinvolti 12 milioni di italiani, un quinto della popolazione: un campione rappresentativo, che dovrà essere valutato con attenzione quale possibile preannuncio di comportamento politico futuro nelle prossime elezioni parlamentari nel 2022 o nel 2023.

Le prossime elezioni politiche daranno convocate dal XIII° Presidente dalla Repubblica italiana e saranno le prime dopo una drastica e, a mio avviso, demenziale riduzione del numero dei parlamentari, aggravata da una legge elettorale che presenta profili di incostituzionalità, uno dei fattori della crisi delle nostre istituzioni e della rappresentanza.

A differenza delle elezioni federali tedesche, che si svolgono con un collaudato sistema elettorale formalmente misto, ma con esito finale rigorosamente proporzionale, le nostre elezioni non rappresenteranno schieramenti chiari e politicamente definiti a livello nazionale, in quanto focalizzati sull’elezione diretta dei sindaci e dei presidenti di regione. Persino le due elezioni parlamentari presentano anomalie: a Siena il segretario del PD  non si presenta col simbolo del suo partito e a Roma  non presenta candidati il M5S, che aveva agevolmente vinto il seggio nel 2018.

La confusione è grande sotto il cielo e nella sinistra si raggiunge il massimo livello. Nei grandi Comuni è evidente l’egemonia del PD, che tra l’altro non è e neppure si auto-colloca decisamente a sinistra ovvero la frammentazione. In Calabria parte dei socialisti si candida con Luigi De Magistris, mentre a Milano sono riusciti sono riusciti a presentare un’interessante proposta unitaria, alternativa al Sindaco uscente, che solo per questo fatto merita di avere successo.

A Roma nello schieramento, che sostiene il pidem Gualtieri, la lista unitaria è Sinistra Civica Ecologista, formazione ecosocialista. In questo panorama l’appello del compagno Astengo di apprezzare l’esempio di Savona merita di essere sostenuto, e lo firmo come socialista. Nel Nord-ovest la sinistra, anche nella sua forma più moderata di “centrosinistra”, non controlla alcuna Regione, essere stati sconfitti da un Toti è significativo dello stato di crisi. Diamo la prova che è possibile un’alternativa.

Ricevo dal compagno Franco ASTENGO questo appello, un testo che mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione per la sua sottoscrizione:

Per le elezioni comunali di Savona del 3/4 ottobre prossimi è stata realizzata la presentazione unitaria di una lista che, sotto lo stesso simbolo, comprende soggetti politici e associativi della sinistra e le formazioni ambientaliste.

Per raggiungere questo risultato si è partiti da una forte connotazione progettuale incentrata sulle concrete discriminanti di carattere economico e sociale presenti sul territorio, evitando il metodo della spartizione e facendo in modo di misurarsi con le reali contraddizioni che aspettano di essere risolte dal futuro governo della Città.

Ciò è avvenuto in una Liguria dove, a partire dalla gestione della sanità fino alla previsione dell’utilizzo dei fondi europei tutto sembra destinato a favore il modello iper liberista della “feudalizzazione” imposta dal governo della Regione e del Comune di Genova.

“Sinistra per Savona” concorrerà così all’interno di un largo schieramento contrassegnato dalla presenza di un Candidato Sindaco fortemente caratterizzato da un dato di civismo progressista attorno alla cui figura si è formata una coalizione senz’altro competitiva al fine di strappare alla destra il governo dell’amministrazione comunale.

Considerato il persistere della frammentazione a sinistra in tutte le altre situazioni nelle quali si andrà al voto il “caso savonese” assume senz’altro una valenza nazionale : un risultato positivo della lista “Sinistra per Savona” risulterebbe così di forte incoraggiamento in una dimensione di ricerca e di costruzione per una sinistra della quale vanno ricercate ragioni, personale politico, capacità organizzative al fine di aprire spazio a una visione alternativa della società che dobbiamo tenacemente continuare a progettare e costruire.

Milano, 16 settembre 2021

Felice C. Besostri, Presidente del Gruppo di Volpedo, rete dei Circoli socialisti  e libertari del Nord-ovest