di Alberto Maggi – Affaritaliani.it |

“Sabato 23 maggio ho notificato a Roma un ricorso contro il taglio dei parlamentari. Un ricorso al Tar del Lazio notificato alla presidenza del Consiglio, al ministro dell’Interno e al ministro della Giustizia per ragioni procedurali: è chiaro che non sono loro i responsabili”. Lo annuncia ad Affaritaliani.it l’avvocato Felice Besostri, che è stato protagonista delle battaglie sui profili di costituzionalità delle leggi elettorali italiane, insieme agli avvocati del gruppo Avvocati Antitalikum, un centinaio in Italia, che promossero 22 ricorsi. Quattro di essi approdarono in Corte Costituzionale insieme con quello promosso sa a Messina dall’avv. Palumbo. La Consulta annullò parzialmente la legge elettorale cosiddetto Italicum del 2015 con sentenza n. 35/2017.

“Ho presentato la notifica in questi giorni – spiega Besostri – perché è il settimo anniversario, 17 maggio 2013, della decisione con cui la sezione prima della Cassazione civile mandò il Porcellum alla Corte Costituzionale con ordinanza 12060. Non solo, nel mese di giugno è il 51esimo anniversario della mia laurea con i professori Biscaretti di Ruffìa e Valerio Onida dal titolo ‘Il controllo materiale di costituzionalità sulle norme formalmente costituzionali nella Repubblica Federale Tedesca’. In alcuni casi le norme costituzionali possono essere incostituzionali, ed è proprio questo l’oggetto del mio ricorso al Tar del Lazio”.

Quanto ai tempi del pronunciamento del Tar, Besostri non si sbilancia: “Dipende dall’andamento della pandemia e dall’organizzazione dei lavori del tribunale, sicuramente entro la fine dell’anno. Non so se il ricorso verrà respinto o accolto, ma certamente siamo davanti a una novità assoluta. Il taglio dei parlamentari votato in base a una legge costituzionale è incostituzionale. Esistono alcuni casi eccezionali nel mondo e questo è uno di quelli”.

Nel caso in cui il suo ricorso venisse accolto, le elezioni politiche anticipate sarebbero più vicine? “Qui entriamo nelle menti dell’oligarchia politica che è ormai molto distaccata dal popolo. I ragionamenti se andare o no alle elezioni seguono criteri che mi sfuggono. Tra il primo e il secondo governo Conte quasi tutto il Parlamento ha votato il taglio, è un problema loro. Spetta a loro trarne le conseguenze. Io resto fedele alla mia guida politica socialista Pietro Nenni, quest’anno è il 40° anniversario della morte: ‘fai quel che devi, succeda quel che può'”, conclude Besostri.