«D’intesa con chi mi ha proposto ho concordato di invitare i sostenitori della mia candidatura alla Corte Costituzionale di votare scheda bianca, come segnale di disponibilità a trovare una larga intesa su nomi di alta levatura.

Ringrazio chi mi ha votato e sostenuto tra diversi gruppi parlamentari sia politicamente vicini, che più distanti. Dalla lettera di ex parlamentari a questo comunicato della RETE per LA COSTITUZIONE ho avuto la prova che agendo con indipendenza e fedeltà ai valori costituzionali si possono progettare iniziative comuni di significato politico fortemente unitario. [Felice Besostri]

 

IL COMUNICATO

Una informazione completa e oggettiva è indispensabile per la democrazia e soprattutto per capire cosa accade nelle sedi in cui esercitano il potere i rappresentanti dei cittadini.

In questi giorni molte pagine sono state dedicate allo scandaloso teatrino che impedisce da tempo il completamento della Corte Costituzionale a causa del tentativo di PD e Forza Italia di imporre giudici graditi ai due capi-partito. Sono stati addirittura fatti nomi di candidati impresentabili per la loro storia, che non darebbero alcuna garanzia di neutralità in un ruolo di così alta responsabilità come il controllo di costituzionalità delle leggi. Tanto più se dovesse essere approvata una riforma costituzionale che di fatto accentra anche il potere legislativo nelle mani del capo del governo.

La ‘grande stampa’ ha invece completamente taciuto i consensi ottenuti da un candidato sicuramente meno noto, ma che può vantare di essersi fatto portatore di interpretazioni costituzionali che la Corte ha ritenuto corrette e sancito con sentenze: l’avvocato Felice Besostri.

Besostri è uno dei legali che ha sostenuto vittoriosamente l’incostituzionalità della legge elettorale (meglio nota come porcellum) che la Consulta ha parzialmente cancellato con la sentenza n. 1 del gennaio 2014, ed è autore di altri ricorsi, tuttora pendenti, relativi ad altre violazioni di diritti costituzionalmente sanciti.

Ha ottenuto voti in tutti gli ultimi scrutini, fino a essere il secondo più votato (dopo Violante) alla decima votazione e il terzo (dopo Violante e Catricalà, ma prima di Bruno) alla undicesima, ma nessuno ne ha parlato e non risulta che sia stato inseguito da nugoli di cronisti per chiedergli cosa pensa di questo che appare un ennesimo tentativo di screditare il prestigio della Consulta facendone una succursale del Nazareno.

Anche questo certo non disinteressato silenzio della stampa su una candidatura meno‘allineata’ costituisce un ulteriore sintomo dell’attuale progressivo allontanamento dal principio cardine della nostra Costituzione: ‘La sovranità appartiene al popolo’, che per esercitarla deve essere correttamente informato.

RETE per LA COSTITUZIONE