«LECCE – Inizia oggi al Tribunale di Lecce e il 26 al Tribunale di Bari la discussione del ricorso presentato da alcuni cittadini elettori pugliesi contro la legge elettorale regionale, ribattezzata “Apulellum”.

Al lavoro vi sono l’avvocato Felice Carlo Besostri del Foro di Milano, (il legale costituzionalista che ha contributo a far dichiarare l’incostituzionalità del Porcellum), e gli avvocati Marco Ligori ed Enrico Colazzo del foro di Lecce.

Il ricorso verte sulla “illogicità” e “incongruità” di numerosi punti su cui si basa la legge, approvata nel febbraio scorso tra le polemiche, soprattutto – ma non solo – per quanto riguarda l’affossamento della parità di genere, fatto che provocò non pochi imbarazzi nel Pd: nell’occasione l’allora governatore Vendola lasciò l’Aula parlando di “retromarcia cavernicola”. Ma anche le soglie di sbarramento hanno provocato una valanga di critiche: le coalizioni sono ammesse alla distribuzione dei seggi qualora conseguano l’8% dei voti validi. All’interno delle coalizioni, i singoli partiti devono invece superare la soglia del 4% (proposta passata con il voto contrario dei consiglieri socialisti Franco Pastore e Donato Pellegrino). Per i partiti non in coalizione la soglia per l’attribuzione dei seggi sale addirittura all’8%, un obiettivo raggiungibile a grandissima fatica.

Il pool di avvocati al lavoro parla, non a caso, di “inerzia della politica a legiferare secondo Costituzione” e di “grave distorsione del diritto di voto pugliese” auspicando che il Giudice recepisca le ragioni di incostituzionalità esposte nell’atto e le sottoponga al vaglio della Corte Costituzionale, analogamente a quanto è già avvenuto per altre leggi elettorali regionali, come quella della Lombardia.

In breve, i rilievi posti all’attenzione del magistrato sono i seguenti: “L’assegnazione di un  premio di maggioranza irragionevole in quanto altera oltre ogni limite l’uguaglianza del voto; l’assenza di una soglia minima per l’assegnazione di tale premio; (questione, quest’ultima, che è stata  oggetto di tre sentenze della Corte costituzionale); la illegittimità relativamente alla differenziazione delle soglie di accesso delle liste; la mancata previsione della parità di genere e la discriminazione elettorale delle minoranze linguistiche storiche di Puglia”.

E, guarda caso, proprio ieri il governatore della Regione Michele Emiliano, durante la riunione di maggioranza, svoltasi a Bari nella sede del Consiglio regionale, ha annunciato che verranno presto portati in aula i disegni di legge su reddito di dignità e, appunto, legge elettorale regionale: a tal proposito, in una nota, si è chiarito: “La maggioranza di centrosinistra ha ribadito la volontà di portare in aula al più presto una nuova proposta di legge elettorale che garantisca la parità di genere. Un punto, quest’ultimo, che per il presidente Emiliano e per tutta la coalizione è fondamentale che si realizzi, tanto da averlo inserito tra le priorità del programma”.

Fonte: Il Paese Nuovo.it