di Franco Astengo |

Norma Rangeri tocca il  punto nel suo articolo “La sinistra che resta a guardare” e scrive: “Ma servono uomini e donne che con coraggio, determinazione e idee siano in grado di dare una risposta diversa da quelle che sono in campo. Se non altro per rispetto di quei due, tre milioni di elettrici ed elettori che aspettano da anni una forza di sinistra non più minoritaria”.

Senza rivendicare nulla rispetto a ciò che si sta cercando di fare con il il “Dialogo Gramsci – Matteotti” si ricordano semplicemente questi punti che ispirano la nostra azione così come questa si sta sviluppando sulla base di una elaborazione avviata attraverso un testo redatto da chi scrive e da Felice Besostri.

1)Viviamo tempi nel quali appaiono dominanti ben altre forme politiche rispetto a quelle di quei partiti che hanno segnato il perimetro della nostra militanza politica. Quello di ricostruzione di una soggettività politica organizzata potrà apparire di questi tempi un tentativo del tutto marginale. Pensiamo, invece, di poter portare avanti una ricerca di innovazione nei contenuti progettuali e programmatici partendo dalla memoria storica dei filoni tradizionali della sinistra italiana: quello comunista e quello socialista, identificati simbolicamente nelle figure di coloro che abbiamo pensato possano essere considerati i pensatori maggiormente preveggenti per entrambe le tradizioni politiche: Gramsci e Matteotti;

2) Nel mondo della sinistra appare evidente come siano indispensabili elaborazioni rivolte al futuro e in grado di aprire un confronto con quanto si sta muovendo sul fronte di movimenti che attraverso veri e propri “sommovimenti carsici” si stanno presentando come protagonisti di una profonda domanda di rinnovamento dell’agire politico. Movimenti che stanno rivolgendosi a una sinistra che tutti ormai riconoscono essere da molto tempo immobile e subalterna all’ideologia dell’avversario; ideologia dell’avversario che si sta esprimendo nella sue forme più pericolose di individualismo revanscista e di totalitarismo razzista;

3) Potrà apparire allora paradossale proporre la ricostruzione di soggettività organizzate e fondate su basi apparentemente rivolte al passato. In realtà la nostra ricerca si basa, prima di tutto, sull’individuazione delle nuove contraddizioni sociali che hanno modificato il quadro di relazione storicamente esistente tra l’idea di uguaglianza, quella di solidarietà e quella di libertà nell’ideazione che appare quanto mai urgente di un socialismo del XXI secolo. Il tema è quindi quello del raccordo tra la migliore tradizione della sinistra storica (avendo presente peraltro tutte le difficoltà che ne hanno contrassegnato il cammino nel secolo alle nostre spalle), le nuove contraddizioni sociali, l’elaborazione di una progettualità rivolta ad affrontare la modernità nei suoi vari aspetti partendo dal dominio della tecnica e dell’economia sulla politica. Una tendenza che vogliamo rovesciare ristabilendo il primato di una politica dove le istituzioni fissano confini e regole per i vari attori economici e sociali.

Gli attori presenti sul terreno economico e sociale non debbono poter imporre i loro traguardi e le loro finalità di tipo corporativo contrapponendoli all’interesse generale. E’ necessario un sicuro rilancio delle idee di programmazione economica, di intervento pubblico in economia, di equità sociale, di welfare universalistico, di progettazione di percorsi democratici all’interno delle strutture sovra nazionali, in primis nell’Unione Europea. Così come sarà necessario riflettere su forme di partecipazione dal basso al dibattito e alle scelte tenendo conto del peso e del valore degli strumenti della nuova tecnologia mediatica senza però concedere nella a illusioni di esclusività di una democrazia “manipolatoria” esercitata attraverso il web.

4) Potrà apparire banale richiamare la necessità di incontro tra movimenti e organizzazione politica verificando le forme presenti di spontaneità e superando il rischio contrapposto di impoverimento burocratico. Eppure si tratta di un tema di assoluta pregnanza e attualità che sarà necessario declinare in tempi brevi. E’ necessario individuare, anche e soprattutto sul piano europeo, una forte coesione tra la radicalità della proposta e la capacità di relativa concretizzazione . In questa fase non ci si potrà che esprimersi in una ferma opposizione alle ipotesi di destra che stanno circolando con grande forza e pericolosità. Sarà altrettanto indispensabile una espressione di volontà egemonica e di alternativa al riguardo di opzioni di governo basate su di una sostanziale acquiescenza a una ipotesi subalterna al liberismo e all’idea di governabilità intesa quale fine esaustivo dell’agire politico. Da questo secondo elemento, quello riguardante la totalità dell’idea governista è derivata una concezione dell’autonomia del politico, della personalizzazione, del dominio di piccoli gruppi autoreferenziali sulla cui base si è determinato un vero e proprio tracollo per le forze ritenute (forse a torto?) progressiste e di sinistra che hanno perso identità e radicamento di massa;

5) Sul piano della dinamica politica immediata il nostro intendimento rimane quello di considerare centrale il disegno di democrazia repubblicana contenuta nella Costituzione. Da questo punto di vista è sicuramente mancata una risposta politica a quella parte di voto sul referendum del 2016 che oggettivamente la richiedeva da parte della sinistra. Gli aspetti che ci stanno particolarmente a cuore sono quelli della centralità del Parlamento e della possibilità di espressione istituzionale per tutte le sensibilità politiche presenti nel Paese in adeguata dimensione. Alle soggettività esistenti, oggi impegnate nell’appoggio al governo , si tratta di proporre un progetto di ricostruzione di una presenza a sinistra adeguata alle contraddizioni dell’oggi. Si tratta di porsi anche in relazione con quelle forze che hanno recentemente dato vita a un coordinamento dell’opposizione di sinistra. Quelle forze vanno invitate a riflettere su di un punto, posto per tutti oltre la dimensione identitaria che ciascuno di noi può rivendicare sul piano ideologico: il punto è quello della connessione tra progetto e programma in un visione (finalmente!) di “pensiero lungo” da misurarsi sul piano sistemico.

Venerdì 17 gennaio alle ore 17 presso la sala della biblioteca dell’ISREC in via Maciocio 19, Savona, organizzata dal gruppo “Quelli della Rebagliati – Il rosso non è il nero” si svolgere un dibattito pubblico di presentazione del progetto “Dialogo Gramsci – Matteotti per un manifesto per un nuovo ordine politico e sociale” portato avanti a livello nazionale nel quadro di una iniziativa di proposta di ricostruzione della sinistra. Alla nostra iniziativa sarà presente con una sua relazione il compagno Felice Besostri, storico promotore dei ricorsi avverso le leggi elettorali dai quali sono scaturite fondamentali sentenze della Corte Costituzionale. Un incontro di grande interesse cui mi permetto di invitarvi ad intervenire.