«Nel pomeriggio di Volpedo 8 si discuteranno due questioni politiche di grande impatto su: futuro della Democrazia in Italia, la nuova legge elettorale e la revisione della Costituzione. Occorre avere innanzitutto l’onestà di dire che la revisione costituzionale, parlare di riforma è un insulto a questa nobile parola, così piena di significato in campo socialista, sarebbe comunque da respingere nel suo complesso, anche se tutti i senatori fossero eletti direttamente dai cittadini con il sistema proporzionale, non sarebbe, comunque, un contrappeso ad una Camera di 630 deputati eletti con una legge fortemente maggioritaria di sospetta costituzionalità, l’Italikum. La decadenza della Democrazia nasce però dall’approvazione di una legge elettorale, che rinnega la sentenza del a Consulta che dichiarava l’incostituzionalità del Porcellum, il ballottaggio è un trucco per evitare la necessità di una soglia minima per aver diritto al premio di maggioranza. L’esito sarà un Parlamento composto da una Camera con più del 60% di nominati e da un Senato di membri a mezzo servizio e soggetti a turnazioni frequenti, l’unica speranza di salvezza per la Democrazia sarà lasciata alla bontà democratica del Presidente del Consiglio.

VENTO DEL NORD 
Sono passati settant’anni da quando Pietro Nenni coniò questo termine per definire l’azione partigiana che, come un vento impetuoso, avrebbe spazzato via il fascismo. Da quel giorno in vento del Nord soffiò per quasi mezzo secolo e il nord liberato dalla guerra partigiana seppe essere guida e bussola per tutta l’Italia. Ad un ceno punto però il vento cessò di soffiare dal nord, in particolare da quelle città che furono la guida della rinascita italiana (Torino, Mirano, Genova e non solo), e quel ruolo di avanguardia terminò. Il vento girò da altri quadranti e quell’egemonia culturale e politica di un territorio cessò.
Questa fine non fu necessariamente negativa, ma quel a classe dirigente, formatosi in molti casi nella guerra partigiana, perse il suo ruolo e si acconciò a divenire un ceto assistito, senza coraggio e senza inventiva, elementi che avevano invece segnato l’avventura del cosiddetto “miracolo economico”.
La fine di quel vento ha portato l’Italia in una lunga bonaccia, e trent’anni fa la barca si è fermata, forse irreversibilmente.

L’OTTAVO FORUM DE SOCIALISTI A VOLPEDO avvia una riflessione sul futuro del nord Italia con un profondo studioso di questo territorio: Beppe Berla che sul tema ha scritto un interessante libro La via del Nord – editore Il Mulino

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