«Anche presso il Tribunale di Lecce, dopo quello di Bari, è stato depositato il ricorso anti Italikum teso a far dichiarare incostituzionale la legge elettorale nazionale varata dal governo alcuni mesi addietro. Diversi i ricorrenti dai nomi autorevoli: oltre a docenti universitari e docenti di diritto costituzionale presso le Università di Bari e Lecce come il prof. Alessandro Torre, prof.ssa Marina Specchia Calamo, prof.ssa Monica McBritton anche l’ex governatore Nichi Vendola, i parlamentari del M5S Giuseppe D’Ambrosio e Barbara Lezzi, il sindaco di Melendugno Marco Potì, il sindaco di Modugno, ex parlamentare ed ex magistrato, Nicola Magrone, alcuni ex parlamentari salentini come la Sen. Maria Rosaria Manieri, l’On.le Damiano Potì ed altri cittadini-elettori.
Il Collegio difensivo, coordinato, per la Puglia, dall’Avv. Marco Ligori, annovera per il Tribunale di Lecce l’Avv. Enrico Colazzo del foro di Lecce ed il Prof. Avv. Felice Carlo Besostri; il legale, quest’ultimo, che riuscì a far dichiarare incostituzionale il “Porcellum”. Il Collegio difensivo presso il Tribunale di Bari è formato, oltre che dai suddetti legali, anche dal prof. Avv. Nicola Colaianni, docente di Diritto Ecclesiastico presso l’Università di Bari ed il prof. Avv. Luigi Volpe.
Secondo l’Avv. Ligori, coordinatore del pool di difensori: “i ricorsi anti Italicum sono stati depositati in tutti i Tribunali sedi di distretto di Corte d’Appello d’Italia. E’ un fatto storico mai accaduto prima. La legge elettorale varata da pochi mesi è, al pari di quella precedente, incostituzionale. Gli elettori italiani non potranno esercitare il proprio diritto di voto secondo le modalità previste dalla Costituzione in modo uguale, libero e diretto come sancito dalla famosa sentenza della Corte Costituzionale nr. 1/2014.”
“Il ricorso – precisa l’Avv. Enrico Colazzo – tende ad impedire che con una legge illegittima costituzionalmente si consenta che una minoranza, anche di entità minima, uscita vincente nel turno di ballottaggio, sia poi posta in grado – con l’attribuzione ad essa di 340 deputati – di controllare da sola il procedimento legislativo e finanche di modificare da sola la Costituzione e di eleggere gli organi di garanzia, dal presidente della Repubblica ai giudici della Corte costituzionale. Nemmeno durante il fascismo si è giunti a tanto.”