«Ringraziando per l’attenzione concessaci, cogliamo l’occasione per esprimere la speranza e l’augurio che “L’Unità”, oggi uscita con un editoriale dal titolo “Hanno ucciso l’Unità” (e, per il resto, con pagine bianche), e che sospenderà le pubblicazioni a partire dal 01 Agosto, possa  presto riprendere a far sentire la propria voce. In un Paese che non brilla per pluralismo dell’informazione, e che è agli ultimi posti delle classifiche che prendono in considerazione la libertà di informazione, ce n’è bisogno.

Ed ecco il testo della lettera aperta al Presidente della Repubblica.

Signor Presidente,

Come garante supremo della nostra Costituzione -e con essa della nostra convivenza politica e civile- Ella ha più volte sottolineato che il suo necessario processo di revisione dovesse obbedire a due precisi vincoli: distinguere nettamente sin da principio le parti caduche, da modificare, dai principi ispiratori, da salvaguardare; e, nel contempo, essere concepito e praticato al di fuori di esigenze di governo e di maggioranza, coinvolgendo, dunque, il più vasto arco di forze possibile.

E’ dunque alla luce di questi criteri, oltre che dei nostri principali coinvolgimenti, che vorremmo manifestarLe la nostra più profonda preoccupazione per quanto sta accadendo in Senato e per i suoi effetti perversi sui percorsi futuri del dibattito sulle riforme.

Si è concluso con il ricorso, precedente pericolosissimo, alla ghigliottina un dibattito tra sordi, in cui alle denunce precostituite si è accompagnata, ancor più gravemente, la precostituita indisponibilità a tener conto degli argomenti degli oppositori. Una guerra non sugli argomenti ma sui tempi il cui esito probabile sarà quello di alimentare la sfiducia degli sconfitti e, ancor più gravemente, la presunzione prevaricatrice del vincitore.

Il clima così creato è tale da pregiudicare in partenza il dibattito complessivo sul riassetto istituzionale del nostro paese.

Così, dopo che era stato acquisito da tutti il principio del superamento del bipolarismo perfetto, il rifiuto di un Senato elettivo acquista un senso solo come premessa di una rimessa complessiva in discussione dei diritti degli elettori: niente preferenze, sbarramenti a uso e consumo degli interessi delle coalizioni, sabotaggio dell’istituto referendario; il tutto frutto di un accordo che non ha alcuna dignità dal punto di vista politico e istituzionale. Così, la demonizzazione da parte del potere e, ancor più gravemente, il disprezzo programmato verso l’opposizione o anche verso chi semplicemente critica, costruisce un clima che il nostro paese non è in grado di sopportare a lungo.

Al di là dei diversi punti di vista sulla crisi in atto (ed abbiamo rappresentato il nostro con onestà) dobbiamo tutti operare per evitare la catastrofe. Essendo chiara, a questo proposito, la necessità di un Suo intervento, proprio alla luce di quei principi da Lei costantemente enunciati e che oggi vediamo clamorosamente rimessi in discussione.

Paolo Bagnoli, Alberto Benzoni, Felice Besostri, Gim Cassano, Lanfranco Turci.

(pubblicata su “L’Unità” del 29-07-2014).