di Felice Besostri |

In Italia, a differenza della Spagna e della Germania, i cittadini non hanno accesso diretto alla Corte Costituzionale in caso di violazione di diritti costituzionali fondamentali, compreso il diritto di voto: per questo abbiamo eletto per 3 volte, 2006, 2008 e 20123 con una legge elettorale, il Porcellum, dichiarato incostituzionale per le liste bloccate e il premio di maggioranza con la sentenza n. 1/2014, cioè dopo le elezioni e quindi salvando i parlamentari eletti con una legge incostituzionale anche quelli non convalidati nel frattempo: una specie di sanatoria.

Purtroppo un Parlamento eletto con una legge incostituzionale ha approvato una nuova legge elettorale la n. 52/2015 (Italicum) incostituzionale, che grazie all’iniziativa di 22 ricorsi del gruppo avvocati antitalikum è stata anullata, prima che potesse essere applicata con la sentenza della Corte Cost. n.35/2017.

Per le elezioni 2018 fu approvata  una nuova legge elettorale la n.165/2017, di cui si attende la decisione di un ricorso presentato a Roma. Quella legge è stata modificata con la legge n. 51/2019 collegata alla riduzione dei parlamentari approvata con il referendum costituzionale del settembre 2020, ora legge costituzionale n. 1/2020, che aggrava la distorsione del numero di seggi attribuiti, rispetto alla percentuale di voti validi ottenuti.

In determinate condizioni (distribuzione di voto omogenea sul territorio nazionale) la lista o coalizione  maggioranza relativa  uguale o superiore al 30% ha la maggioranza assoluta alla Camera dei Deputati di 400 membri e con il 35% anche al Senato di 200 membri, assicurandosi così la maggioranza assoluta del Parlamento in seduta comune.

Il leader di quella maggioranza determina l’elezione del Presidente della Repubblica o la sua messa in stato d’accusa ex art. 90 Cost., può far cambiare dalla sua maggioranza la Costituzione, far nominare 5 membri su 15 della Corte Costituzionale e la maggioranza dei membri laici del CSM e quando avrà scelto il Presidente della Repubblica, far nominare fino a 5 membri della Corte costituzionale. Insomma, avrà un tale concentrazione di poteri, che stravolgerà la Costituzione e sarà in posizione sovraordinata allo stesso Presidente della Repubblica.

Per questo è urgente mandare la legge elettorale vigente in Corte Costituzionale, ma come dicevo all’inizio non essendoci l’accesso diretto alla Corte costituzionale, quello che è capitato a 10 elettori che hanno impugnato la legge elettorale europea, che da quando è stata approvata nel 2009, ha lasciato senza rappresentanza nel Parlamento europeo 4.111.714 voti validi nel 2009 con il 65,05% di votanti, 1.706.908 di voti validi nel 2014 con il 57,22% di votanti, cioè -7,83% in percentuale e -3.174.934 elettori  in valori assoluti, perché, anche grazie al ricorso dei 10 cittadini, approdato in Corte costituzionale prima del voto, la lista L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS con 1.108.457 voti e il 4,04% superò di poco la soglia d’accesso.

Non ottennero, infine, rappresentanza  nel 2019 2.871.720 voti validi con una  partecipazione di elettori del 54,50% -2,72% e -665.174 elettori, malgrado lo scontro tra sovranisti ed europeisti avesse fatto aumentare la partecipazione alle europee rispetto al 2014 nel resto della UE.

I cittadini per timore di votare per liste che non superino la soglia non vanno nemmeno più a votare. Quei cittadini dopo 7 anni e 3 gradi di ricorso si trovano a dover pagare € 20.000, di spese di giustizia. Per questo ho assunto l’iniziativa di promuovere una raccolta di fondi di solidarietà assumendomi il costo del giudizio in Cassazione e facendo l’appello che segue, cui chiedo di contribuire secondo le proprie condizioni economiche:

In seguito alla decisione della Cassazione 10 ricorrenti (6 veneti e 4  emiliani-romagnoli) sono stati condannati alle spese di giudizio a favore dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Venezia per complessivi € 17.100, cioè  € 1.710 a testa.

La condanna riguarda  i due gradi di giudizio del Tribunale ordinario e Corte d’Appello di Venezia, poiché mi sono assunto io i costi della Cassazione.

Tutti i ricorsi per l’accertamento del diritto di votare secondo Costituzione e nel caso delle Europee in conformità  ai Trattati europei, complessivamente quasi 40, si erano finora conclusi con la compensazione delle spese, anche quando, sentenze n. 1/2014 e 35/2017 della Corte Cost., di è accertato che tali leggi erano incostituzionali.

Si stanno preparando i ricorsi contro la legge elettorale vigente per il Parlamento italiano (leggi n. 165/2017 e n. 51/2019 e d.lgs. n.177/2020), che alla luce dei principi enunciati nelle richiamate sentenze contra Porcellum e Italikum, presentano profili di incostituzionalità se la Corte Cost. non cambiasse avviso. Dei 15 giudici dell N. 1/2014  ne sono rimasti solo 4 e rispetto ai 13 giudici della n. 35/2017 ce ne sono 5 nuovi e in occasione di ricorsi anti-referendari si è pronunciata anche sul voto di fiducia a richiesta del governo su legge in materia elettorale (ord. n.197/2020), che non violerebbe l’art. 72 Cost., perché il voto di fiducia è dato articolo per articolo. un principio pericoloso perché se è così anche una legge costituzionale potrebbe essere approvata a colpi di voti di fiducia richiesti dal Governo.

Sei ricorrenti sono lasciati soli, sarà difficile trovarli per un elevato numero di ricorsi, strategia essenziale per aumentare le possibilità di rinvio in Corte costituzionale come è avvenuto per la legge n. 52/2015, anche da parte del Tribunale di Genova, grazie all’apporto dell’amico e collega on. prof. Lorenzo Acquarone, su quale non potremo più contare. Ne avevamo parlato e si concordava sugli articoli di dubbia costituzionalità per violazione dell’art. 48 Cost, sotto il profilo dell’uguaglianza, della libertà e della personalità del voto.  La volta scorsa grazie agli avvocati del gruppo avvocati antitalikum rinviarono in Corte Cost. Messina, Torino, Trieste, Perugia e Genova

Vi chiedo, pertanto, senza nessun vincolo di voler contribuire alle spese legali. Per i ricorrenti è importante sentire solidarietà perciò il contributo può, anche essere modesto. Ci  sono due modalità o attraverso di me con versamento sul conto Banco Posta intestato Felice Carlo Besostri: IBAN IT 13 C076 0103 2000 0002 5750 035 con causale “spese legali europellum Venezia” ovvero, soluzione per me preferibile, ma che comporta maggior lavoro per i donanti con versamenti diretti sui conti correnti dei due gruppi di ricorrenti, perché in tal caso il contributo va suddiviso nella percentuale veneto 60% e emilia 40%. Per esempio € 100, € 60 al conto di Francesca Dall’Aglio e € 40 al conto di Mauro Sentimenti sempre con la causale dianzi indicata.

Quelli tra di voi che si conoscono possono stabile di inviare la stessa cifra ciascuno ad uno dei due conti: VENETO: IBAN IT 53 H030 3212 1000 1000 0260 091 intestato Francesca Dall’Aglio EMILIA-ROMAGNA: IBAN IT 03 V053 8767 0100 0000 0632 035 intestato Mauro Sentimenti.

Chi si avvale di me specifichi se è anonimo o no per gli interessati.

Vi allego le due decisioni veneziane, che meritano una segnalazione alla Commissione Europea e alla Corte di Giustizia perché la carenza di interesse ex art. 100 c.p.c. è stata motivata con il fatto che anche se la Corte di Giustizia UE avesse accolto la questione pregiudiziale nei termini prospettati dai ricorrenti non avevano interesse perché non sarebbero state annullate le norme nazionali ( cfr. p. 12 ord. Trib.VE): infatti, sarebbero state soltanto inapplicabili!. Credo che ci saremmo accontentati.

Spero, di non avervi disturbato con la mia richiesta o creato un qualche imbarazzo, me ne scuso, ma per me è importante che cittadini italiani, con la Costituzione nel cuore, sentano, che non sono lasciati soli.

Cordialmente.

Felice Besostri

P.S. Il primo giudice, poi sostituito, aveva mandato la legge elettorale in Corte Costituzionale, fatto che ha contribuito in maniera decisi a far superare la soglia ALLA LISTA TSIPRAS eleggendo 4 parlamentari europei, fatto mai più verificatosi nelle elezioni europee successive per le liste minori causa la psicosi del voto utile.