«La fine della Seconda Repubblica non sarà decisa dalla giustizia penale, ma da quella ordinaria e amministrativa. La Prima Sezione della Cassazione con Ordinanza n. 12060 del 21 marzo-17 maggio 2013 ha madato in Corte Costituzionale il porcellum. Il Tar Lombardia Sez. III Milano con ordinanza del 8 ottobre ha mandato in Corte il Lombardellum, che come si è appreso dalla difesa regionale è statoi ricalcato sul Campanellum/ la legge elettorale regionale della Campania, quella di Bassolino del 2009 e modificata nel 2010. Peccato che in Campania nessuno abbia impugnato la maggioranza di Caldoro. Certamente chi fa la legge fatica a riconoscere che è incostituzionale eppure è sotto gli occhi: si tratta dell’art. 48 della Costituzione, per cui il voto deve essere libero,eguale, personale e segreto.

Con il voto disgiunto chi vota solo per il presidente o addirittura per il Presidente e una lista non collegata non sa, perché non viene spiegato che non si limita a scegliere il Presidente ma anche contribuisce a dare il 60% dei seggi alle liste collegate al presidente, ma non in base ai loro voti, ma a quelli del Presidente. Una truffa per cui il voto non solo non è personale e uguale ma neppure libero: un voto, libero deve essere cosciente per essere cosciente vi deve essere informazione esaustiva. Se potete rivedere l’informazione istituzionale, troverete che si dice con chiarezza che si può dare il voto disgiunto ma nulla sugli effetti del voto disgiunto. Per il Sindaco è diverso perché per avere il premio di maggioranza al primo turno deve avere la maggioranza assoluta e le sue liste almeno il 40% dei voti( art. 72 TU EE.LL), mentre il Presidente di Regione è eletto a turno unico e gli basta la maggioranza relativa, che è una minoranza assoluta e le liste a lui collegate non devono rispettare alcun quorum, cioè hanno il 60% che abbiano il 20%, il 30 0 il 40%, circostanza che ha motivato il rinvio per incostituzionalità del Porcellum. Le Seconda Repubbliuca è basata su premi di maggioranza abnormi ed elezione diretta. Lo sfacelo della democrazia è sotto i nostri occhi, ma non del Parlamento che vuole cambiare la Costituzione, un parlamento frutto di nominati e non di eletti, perciò agli ordini di chi li ha collocati in buona posizione nelle liste bloccate. Rappresentano gli interessi della Nazione come chiede l’art. 67 Cost. o prendono ordini da chi li ha nominati? La sentenza non e ardua e non c’è bisogno di aspettare i posteri.

Felice Besostri

Lombardellum-Ordinanza TAR MILANO 

Legge elettorale regionale, vicepresidente Cecchetti:
“Norma legittima, nessun rischio che ricada
su composizione Aula”

Milano, 10 ottobre  2013 – “Nessun rischio. La composizione del Consiglio rimarrà quella che è attualmente espressa perché la legge elettorale regionale approvata nel 2012 prima dello scioglimento anticipato dell’Assemblea regionale, frutto di un percorso politico-istituzionale condiviso, è legittima”.

Così il Vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Fabrizio Cecchetti (Lega Nord) commenta la decisione del Tar che ha accolto un ricorso presentato sulla legge elettorale lombarda  portando la questione all’esame della Corte Costituzionale.

“Ormai è quasi prassi purtroppo– commenta Cecchetti – che chi rimane fuori dal Consiglio perché i lombardi non lo hanno votato a sufficienza tenti di forzare il risultato con la magistratura per sedersi sugli scranni, salvo poi restare con il cerino in mano. Non si capisce perché il premio di maggioranza debba valere per Roma e altre Regioni e non per la Lombardia. Noi siamo sereni”.

DICHIARAZIONI MARONI
(ANSA) – CERNOBBIO (COMO), 10 OTT –
”Non ho ancora letto le
motivazioni” del Tar della Lombardia che ha dichiarato
ammissibile il ricorso presentato da due candidati alla
presidenza della Regione alle ultime elezioni, ”mi pare una
cosa stravagante perche’ il premio di maggioranza e’ previsto
addirittura nella legge nazionale e in altre leggi regionali”.
Lo ha detto il presidente della regione Lombardia, Roberto
Maroni, a margine dell’assemblea degli industriali di Como, a
proposito del ricorso presentato dall’avvocato Felice Besostri e
altri secondo cui la legge regionale emanata nel 2012 avrebbe
favorito i consiglieri uscenti. Maroni ha aggiunto che ”non si capisce perche’ sarebbe
incostituzionale per la Lombardia e costituzionale per il
Parlamento italiano”. ”In ogni caso – ha concluso – mi pare
che non possa avere alcuna influenza significativa sui numeri in
Consiglio regionale”. (ANSA).