« Detlev Albers ha 60 anni, è stato confermato per la terza volta nel Presidium della SPD, organismo eletto direttamente dai delegati e composto di 37 membri. Il Presidium rappresenta insieme con il Presidente e i suoi cinque vice il massimo organo di direzione politica della SPD. Albers, professore all’Università di Brema, è Presidente della SPD della città anseatica, è stato rieletto al Parlamento di Berlino nel luglio 2003. Intervista raccolta da Felice Besostri *) Felice Besostri – Questo Congresso è uno di quelli significativi nella storia della SPD? Come lo valuti? Detlev Albers – Questo Congresso si tiene in un momento difficile per la SPD, al punto più basso delle intenzioni di voto, e con molti militanti che non rinnovano la tessera o lasciano polemicamente il partito. Soltanto nel nostro Land, Brema, sono 85 i militanti che hanno lasciato eppure abbiamo vinto sia le elezioni per il Landtag che quelle comunali a Bremerhaven. Per ragioni nazionali, dunque, e non locali. Dopo la grossa discussione sull’agenda 2010 e per un nuovo programma fondamentale che dovrebbe essere la guida per la SPD per i prossimi decenni questo è un Congresso senza fatti sensazionali. Non ci sono salti in avanti, ma le riforme dell’Agenda 2010 sono state affrontate in maniera costruttiva ed in parte corrette. F.B. – Tuttavia rappresenta un fatto nuovo la forte contestazione il primo giorno del Congresso da parte del Sindacato del pubblico impiego. Abbiamo sentito risuonare il vecchio slogan “Wer hat uns verraten? Die Sozialdemokraten!” (Chi ci ha tradito? Il socialdemocratico partito!). E’ solo folklore? Detlev Albers – No, si sono accentuate le differenze tra il partito ed il sindacato e questo è un fatto importate. A poco più di un anno dalla vittoria elettorale del settembre 2002, come dicono i sondaggi è caduto il consenso degli elettori, con la SPD al 25%. F.B. – Come esce la sinistra SPD da questo Congresso? Detlev Albers – Ritengo che la sua forza si sia stabilizzata tra il 37%-40% del Parteivorstand. Ci sono state delle mancate riconferme ma anche nuove entrate. Si è registrato un alto consenso sulla politica estera, in particolare sulla questione dell’IRAK e si è definito una politica di sicurezza per l’Europa che ritengo molto avanzata. L’insoddisfazione del Partito per gli elementi che si allontanano di più dai valori tradizionali della socialdemocrazia è stata espressa dalle votazione per il vice-presidente Clemens ed il segretario Generale Scholz, che non hanno raggiunto nemmeno il 60% dei voti. Non soltanto la sinistra era a disagio. F.B. – I partiti socialisti in Europa affrontano gli stessi problemi non dovrebbe esserci un terreno di confronto europeo dove si discute del ruolo e dell’avvenire dell’Europa e della sinistra europea? Detlev Albers – La discussione sull’Europa è importantissima. Dovremmo avere dei partiti europei per farla. Ma dove sono? Il Partito Socialista Europeo è una confederazione di Partiti, non un Partito. Sono rappresentati soltanto i gruppi dirigenti nazionali. *) L’on. Felice Besostri, già parlamentare DS (XIII legislatura) era accreditato al Congresso SPD di Bochum come condirettore de L’Avvenire dei Lavoratori. È docente di scienze politiche alla Statale di Milano ed esperto di questioni internazionali.