di Felice Besostri |

In viaggio per Roma mi ha folgorato la notizia.

Non avevo mai perso i contatti con lui da quando mi ero iscritto alla FGSI nell’estate 1961 nell’anniversario del Luglio 1960, quando era ancora scandaloso che eredi del fascismo facessero parte di una maggioranza di governo.

Marxista immaginario di 16 anni, in quel tempo eravamo socialcomunisti, scelsi il Psi e non il Pci perché avevo conosciuto a 13 anni i figli degli insorti ungheresi del 1956, tutti figli di operai. E l’Avanti! La sola edizione milanese fu il solo giornale di sinistra a parlare di operai e studenti in armi contro i carri armati sovietici. Sono stato nenniano e quindi autonomista, ma ispirato da Mondolfo e Matteotti riformista intransigente. Ma con Carlo mai si è rotta l’amicizia e il rispetto anche se divisi ai congressi socialisti.

Questo è essere compagni. Quando dovesse rinascere il Partito fondato nel 1892 saremmo stati di nuovo insieme. Nel 2022 sarà il 130mo del primo partito dei lavoratori italiani e questo 2021 spero che sia il 129mo da Genova più che il 100mo di Livorno. A Carlo sarà risparmiata una delusione, una ben magra consolazione per questa immensa perdita.