L’ultimo leader carismatico con rapporto diretto con le masse è stato Berlusconi, un effetto esaurito. Beppe Grillo e Matteo Salvini non giocherebbero alcun ruolo senza la struttura partitica di riferimento e sono molto lontani dall’esercitare un ruolo di mobilitazione diretta con le masse. Salvini fuori da Nord Ovest e Nord Est non pesa elettoralmente e quindi politicamente.Paventare un’alleanza M5S, LN e FdI è l’ultimo espediente del PD per chiamare al voto utile che è la negazione del voto libero. Nel PD ci son due linee quella di Renzi, che vuol capitalizzare il voto utile solo per il PD e quella della minoranza minoranza a favore di una coalizione con un pezzo di quel che si muove fuori dal PD e talvolta alla sua sinistra. Poiché non c’è coalizione senza incentivo vogliono una legge che dia un premio di maggioranza alla coalizione. In Tal caso ci sarebbe una forte capacità di attrattiva sui parlamentari eletti grazie alla droga del premio di maggioranza del Porcellum. Non dimenticate che è tuttora vigente per Camera e Senato che le liste coalizzate basta che superino il 2% (e una di esse anche meno) alla Camera e il 3% al Senato per avere rappresentanza (capite l’attrattiva la lista singola ha bisogno del 8%!).
Per le nostre istituzioni paradossalmente la posizione più pericolosa è quella Prodiana-minoranza dem: Renzi è molto lontano dal 40%, che darebbe un premio solo alla Camera. Se lasciamo la decisione al solo parlamento eletto con una legge elettorale incostituzionale una nuova legge con premio di maggioranza è alle porte. Si oppone Forza Italia perché coalizione significa designazione del Capo della forza politica e Berlusconi è sicuro di perdere perché una parte dei suoi non lo sosterrebbe contro Salvini. Anche Renzi è contro alla coalizione perché non potrebbe escludere Art.1MDP e perché in caso di primarie di coalizione Orlando, Emiliano e Franceschini non lo appoggerebbero. Il Renzi di Una volta avrebbe accettato la sfida, ma ben si guarda di avere la stessa generosità di Bersani che l’ammise alle primarie di coalizione in deroga allo Statuto del PD. Comunque come si vede son tutti giochi di palazzo, che possono avere successo perché, comunque, non inducono gli astenuti ad andare a votare, anzi potrebbero far aumentare l’astensione: BINGO!
La partita la si gioca metaforicamente a metà strada tra il Brancaccio e Santi Apostoli. Per questo ho fatto il
comunicato stampa che allego. Metà strada non significa un compromesso sul programma. Parliamoci chiaro non è decisivo, ma sul progetto di società e su due scelte dicisive legge elettorale e Europa. Le difficoltà sono molte perché i due campi non sono strutturati democraticamente, ma dipendono da una catena di comando, che per forza di cose si è auto-nominata. In Santi Apostoli è stato individuato un leader, che al Brancaccio formalmente manca e che potenzialmente potrebbe essere una leader. In questa situazione chi non si schiera senza riserve è visto con sospetto e non avrà diritto di parola, diritto riservato agli organizzatori degli eventi, che possono essere, per loro scelta e convenienza, più aperti o più chiusi. Ci sono due forme di pressione la principale è quella interna alle organizzazioni di appartenenza e che sono strutturate, cioè i partiti politici, specie con gruppo parlamentare.
Dall’esterno ci sono persone ben intenzionate ma scoordinate, che al massimo possono dire che se il processo di aggregazione non è unitario, almeno nelle intenzioni, non andranno a votare.
Felice C. Besostri