La sinistra in tutte le sue accezioni corre concretamente il rischio di essere esclusa dal Parlamento nazionale nelle elezioni 2018, confermando a distanza di 10 anni il tragico risultato del 2008, con il fallimento della Sinistra Arcobaleno.
Un’esclusione dalla rappresentanza parlamentare confermata dalle elezioni europee del 2009 e alla quale è sfuggita per il rotto della cuffia nelle europee del 2014.
Tra i motivi vi sono la formazione del PD e l’introduzione di meccanismi quali le soglie di accesso e i premi di maggioranza, che hanno alterato una equa rappresentanza proporzionale delle forze politiche; ma tali fatti sono al più concause.

Una rappresentanza consistente delle varie anime della sinistra, compresa la variante rosso-verde, è assicurata in Parlamento in tutta Europa, anche se esistono
– soglie di accesso più elevate (Germania 5%),
– soglie implicite derivanti dalla dimensione dei collegi (Spagna)
– o addirittura sistemi elettorali maggioritari (Francia).
Sono sorti o si sono stabilizzati nuovi soggetti politici a sinistra in Grecia, Francia, Germania e Spagna ovvero sono in forte ripresa partiti tradizionali come il Labour in Gran Bretagna.

In Italia l’unica nuova consistente aggregazione politica elettorale è stata rappresentata dal M5S, che, anche per sua scelta, non può far parte di una aggregazione di governo alternativa.
Soltanto grazie alla crisi e alle sconfitte del PD, in particolare al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 si sono creati i presupposti per una nuova dinamica a sinistra; allo stato come possibilità e speranza, senza un’unica e consolidata direzione e di incerto sbocco.
La sinistra ha, a differenza della legislatura 2008-2013, una consistenza parlamentare con 60 deputati e 25 senatori, ma è frutto dell’incostituzionale premio di maggioranza di cui hanno beneficiato come componenti della coalizione “Italia Bene Comune”.

Quale sia l’effettiva percentuale di consenso si potrà conoscere solo quando, e finalmente, si voterà con un sistema proporzionale, dopo l’ubriacatura della “governabilità ad ogni costo“, artificialmente ottenuta con premi di maggioranza eccessivi, tanto da meritare ben 2 annullamenti della Corte Costituzionale con le storiche sentenze n. 1/2014 e 35/2017. Per queste sentenze i socialisti del Gruppo di Volpedo ringraziano gli avvocati democratici e di alta sensibilità costituzionale, che hanno proposto i ricorsi.
La sinistra deve però ritrovare un radicamento politico-sociale venuto meno negli anni proprio perché non ha mai indicato una chiara proposta di cambiamento della società e di alternativa ai rapporti di forza politici, economici e sociali che si sono consolidati con il liberismo.
Negli anni sono stati penalizzati i lavoratori e le classi popolari, ma anche la classe media, le professioni indipendenti, l’artigianato e la piccola imprenditoria, anche quella innovativa, a favore dei gruppi di potere finanziario, delle multinazionali oligopoliste, delle corporazioni burocratiche e dell’intreccio tra evasione fiscale, criminalità organizzata, corruzione e malamministrazione.

Prima di discutere di candidature e di leadership si debbono affrontare i nodi di fondo, a cominciare da una legge elettorale e da un PROGETTO POLITICO E SOCIALE di lungo respiro, sia per ricostituire una presenza nel futuro parlamento nazionale, quanto per le elezioni regionali, ben 20 da ora al 2020 e per le europee del 2019.
Un progetto di tale portata non si costruisce su un pletorico programma per quanto condiviso, ma su un progetto di rinnovamento politico-sociale, per un progresso economico che riduca le diseguaglianze sociali e territoriali, per salvaguardare l’ambiente ed il territorio, con interventi pubblici programmati e non dettati da una sola logica di profitto speculativo.
Un tale Progetto NON può però essere assunto da una SINISTRA GENERICA, di pura protesta o testimonianza, ma – secondo il Gruppo di Volpedo – da una formazione politica unitaria e di chiara ispirazione SOCIALISTA.

Volpedo, Piazza Quarto Stato
17 settembre 2017