Molte persone si riconoscono in una visione del mondo fondata su democrazia e solidarietà, e vorrebbero che questi principi tornassero a essere centrali in Europa; è una visione opposta sia a quella di chi vuole un’UE espressione solo di logiche di mercato, sia a quella di chi vuole la fine dell’UE e il ritorno ai nazionalismi. Queste due visioni oggi prevalgono, per cause politiche, economiche e sociali note a tuti. Se l’analisi della situazione è chiara, sembra però che, soprattutto in Italia, non ci sia un’idea di come le forze politiche di sinistra possano reagire, e di come debbano muoversi, soprattutto in vista della campagna per le prossime elezioni europee: assistiamo a dichiarazioni contradditorie, a tatticismi inconcludenti, a un moltiplicarsi di iniziative autoreferenziali, a divisioni che non fanno altro che irritare e disorientare l’elettorato.
La soluzione in realtà è semplice, ed è chiara a molti militanti: chiunque voglia portare avanti i valori di democrazia e di solidarietà anche in Europa deve trovare rappresentanza in un’unica forza per le elezioni europee del 2019; chiediamo che nasca una lista dichiaratamente europeista, progressista ed ecologista, costituita dai movimenti e dai partiti di sinistra, che devono mettere da parte egoismi e rancori, e tornare a ragionare su ciò che li accomuna, nella consapevolezza che nessuno, da solo, può farcela. Le divisioni del passato sono state incomprensibili per i militanti e, insieme al mancato ricambio della classe dirigente, hanno screditato i partiti di sinistra di fronte all’elettorato. Occorre adesso dare un messaggio di unità, accompagnata da credibilità e coerenza: serve una lista innovativa che raccolga diverse sensibilità attorno a una visione chiara e condivisa
aperta a coloro che sono critici nei confronti delle politiche realizzate dall’UE in questi anni, e vogliono cambiarne radicalmente gli attuali meccanismi di funzionamento, nella consapevolezza che tornare agli egoismi nazionali non servirebbe e lascerebbe molte sfide della contemporaneità senza soluzione.
In questi mesi ci sono stati appelli, documenti, dichiarazioni da parte di tanti soggetti politici: le iniziative del sindaco di Napoli, quelle messe in campo da DiEM25, gli incontri promossi da Possibile, i documenti di Sinistra Italiana, il Manifesto politico di LeU, i dibattiti di Rifondazione, infiniti altri. Iniziative che indicano la disponibilità a raccogliere, in Italia, la sfida di rappresentare il mondo progressista, sulla base di valori condivisi. Allo stesso tempo, associazioni, comitati, esperienze civiche hanno proseguito il loro lavoro silenzioso e si sono mobilitati per reagire agli eccessi degli ultimi mesi, senza trovare un soggetto capace di rappresentarli. È arrivato il momento di cercare la convergenza di movimenti e partiti che condividono questi valori, pur nel rispetto della sensibilità di ciascuno e dei percorsi intrapresi. Non cediamo a chi dice che i singoli percorsi e una forza unitaria non possono coesistere. Un lavoro comune per le europee può invece diventare una nuova occasione di incontro e di discussione e, chissà, l’occasione per ripartire insieme, perché c’è tanto da fare: c’è un intero mondo che attende la nascita di una nuova forza.
Per queste stesse ragioni, non può essere motivo di divisione la collocazione nel Parlamento UE: le famiglie politiche europee sono in una fase di profonda trasformazione. Ragionare ancora secondo vecchi schemi e dividersi sulla base delle appartenenze non ha alcun senso, e rischia di essere ancora una volta una discussione riservata a pochi intenditori. Occorre offrire una visione innovativa e proporre la costruzione di un nuovo spazio, promuovendo la collaborazione a livello europeo tra ecologisti e forze progressiste che vogliono un radicale cambio di
questa visione a livello europeo, come DiEM25, che ha elaborato un progetto politico attraverso il lavoro collettivo di migliaia di persone di tuti gli Stati membri, un progetto aperto a esperienze europee, che ha dato vita a una lista transnazionale, European Spring, sostenuta in Italia da DeMa, con un programma unico in tuta Europa e con collegamenti tra forze democratiche, progressiste ed ecologiste nei diversi Stati. Questo programma, declinato all’interno del dibattito politico italiano, può essere una risposta efficace alla propaganda di Lega e M5S. Riprendiamo poche proposte fondamentali, realizzabili a trattati vigenti, come la creazione di forme di protezione sociale a livello europeo, gli investimenti nella transizione ecologica e la lotta ai paradisi fiscali, e insistiamo su queste, oltre che su un progetto complessivo di riforma dell’UE, perché sia più democratica, trasparente e solidale, con una politica estera sempre più condivisa.
Promuoviamo battaglie globali contro le diseguaglianze, i cambiamenti climatici e il razzismo; uniamoci alle esperienze positive e vincenti che ci sono state nel mondo e in Italia, e sosteniamo il lavoro dell’Internazionale Progressista lanciata da DiEM25 e dal Sanders Institute. Non lasciamo che siano i partiti di estrema destra a dare alla sinistra lezioni di internazionalismo.
Da questa visione e aspirazione collettiva nasceranno le persone che la rappresenteranno. E per rappresentarla al meglio bisogna che ci siano volti che diano un’immediata riconoscibilità a questo progetto, i volti di persone capaci di far sognare e di entusiasmare, che esprimano valori di giustizia sociale, internazionalismo, passione per l’Europa, ma anche rinnovamento della sinistra e un modo nuovo di fare politica. Volti cui dare massima visibilità, e che siano allo stesso tempo espressione di un gruppo di lavoro preparato e di una struttura democratica.
Infine, poiché le lotte politiche hanno bisogno di tempo, lavoriamo fin da subito alla costruzione dal basso di questa proposta: impegniamoci a (auto)organizzare incontri tra i militanti di partiti e movimenti, a livello locale, entro gennaio 2019, perché il dibattito deve iniziare subito dalla base e non rimanere in mano a pochi dirigenti. Dimostriamo che siamo pronti a superare le divisioni e a unire le forze per realizzare il cambiamento che vogliamo. Altrimenti, sarà l’ennesima occasione perduta.
Per info e adesioni: vogliamoancoracambiare@yahoo.com
Per aderire all’appello occorre mandare nome, cognome, partito/associazione di riferimento, esperienza personale/professionale/politica, città/territorio.
Primi firmatari
Adriano Querci – Possibile – Monza Alberto Torti – Lavoratore ong
Andrea Pisauro – Manifesto di Londra/DiEM25 UK – Oxford
Annalaura Erroi – Possibile – Milano
Antonio Prisco – Presidente Giovani senza Frontiere – Napoli
Francesca Alice Guidali – Manifesto di Londra – Londra
Francesca Fontana – Docente universitaria, da sempre a sinistra – Milano
Fulvio Siani – Possibile – Monza
Giovanni Talpone – Possibile/Milano in comune – ex delegato European Works Council – Milano
Ilaria Bonaccorsi – Giornalista – Bologna
Marco Grimaldi – Consigliere regionale Piemonte LeU, Segretario Regionale Sinistra Italiana – Torino
Massimo Amato – Docente universitario – Milano
Massimo Badalucco – Possibile – Monza
Matia Ciampicacigli – Giornalista – Roma
Mauro Sotili – Sinistra Italiana – Sezione Prati-Trionfale – Roma
Paolo Fumagalli – Militante – Milano
Rosaria De Tommasi – Militante – Milano
Silvana
Pisa – Militante Sinistra Italiana – Roma
Nazionale LeU
Stefano Nasrawi – Militante – Sesto San Giovanni Valeria Volpe – Militante SI/LeU – Milano
Virginia Pupi – Psicologa, Consigliera circoscrizionale SI/LeU – Firenze