Lettera aperta a Basilio Rizzo, Marco Cappato e Luigi Santambrogio
Il ballottaggio del 19 giugno a Milano dovrebbe essere una questione politicamente seria e trasparente.
Cari candidati sindaci di Milano in Comune, Radicali e Alternativa Municipale,
come era prevedibile il Sindaco di Milano sarà deciso il 19 giugno prossimo, ma non dovremmo cadere nella trappola che quella sarà la vera elezione, quella politicamente significativa, in termini di rappresentanza dell’elettorato, si è svolta lo scorso 5 giugno. Il 19/6 si decide la governabilità ai sensi di una legge, che mostra i suoi limiti e che non ha più il fascino dei primi tempi. Il calo generale di partecipazione è significativo e al ballottaggio ci sarà una minore partecipazione, a meni che Milano non faccia eccezione, che, comunque, confermerebbe la regola.
Un contributo possiamo darlo in termini di legalità e di rispetto delle norme parlando di sostegni al ballottaggio secondo l’unica ipotesi prevista dalla legge, il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, approvato con il D.Lgs 18 agosto 2000 n.267: quello dell’art.72, c.7* , che metto in nota, perché poco noto e, soprattutto, poco praticato.
Se si tratta di fare accordi politici sopra o sotto il banco non ho alcuna legittimazione a parlarne: non sono stato candidato sindaco, né sono delegato di una lista, soltanto un candidato della lista minore delle tre, che in un progetto iniziale avrebbero potuto presentarsi unite, provocando un’altra dinamica e quindi altri risultati, peggiori o migliori non è dato sapere . Come cittadino e studioso di ordinamenti istituzionali e di leggi elettorali sono unicamente interessato ad accordi che comportino un nuovo apparentamento rispetto al primo turno, quindi una sottoposizione dell’accordo all’inappellabile giudizio degli elettori, in quanto nella scheda “SONO RIPRODOTTI I SIMBOLI DELLE LISTE COLLEGATE”(art.72 c. 8 TUEL), ancorché il voto si esprima “ tracciando un segno sul rettangolo entro il quale è scritto il nome del candidato prescelto”(ibidem).
Per dare un senso ad un accordo trasparente, l’unico ammissibile in una democrazia, come è la Repubblica italiana, in cui la sovranità appartenga al popolo e della quale i Comuni sono parti costitutive ex art. 114 Cost., non basta la procedura, ma occorre anche definire in primo luogo aspetti programmatici e, successivamente, la composizione degli organi esecutivi e di rappresentanza istituzionale.
In un certo periodo, prima dell’inizio delle operazioni elettorali preparatorie, c’è stato un tavolo comune per la ricerca di un candidato sindaco espressione delle diverse sensibilità. Me lo ricordo per essere stato sentito quando mi era stata chiesta una disponibilità, che ho ritirato appena era circolato il nome di Gherardo Colombo. Sarebbe bello poter dare un segno ora, che all’intesa sul nome sarebbe seguita una piattaforma programmatica. Andare agli incontri dopo aver definito tra voi dei punti comuni sarebbe cosa buona e giusta ed anche politicamente bella. L’inizio di una dinamica di ricomposizione dei nostri filoni ideali storici, nelle sue varie e plurali espressioni. Nella passata consiliatura c’è stata un battaglia comune, da alcuni di voi condotta in prima persona o da consiglieri, che hanno sostenuto le Vostre liste, quella contro l’intesa sulla riqualificazione urbanistica degli scali ferroviari dismessi o da dismettere, imprimendo nuove destinazioni funzionali. Ci sono problemi urgenti da risolvere come l’insufficienza, drammatica, di Edilizia Residenziale Pubblica, il crescente numero di persone , cittadini e non, sotto la soglia di povertà, così come l’emergenza lavoro che richiede un ruolo centrale del Municipio nel promuovere nuovi servizi, nuove attività economiche e nuove opportunità di lavoro ed infine l’emergenza ambientale che limita la possibilità di una vita sana e condiziona il benessere sociale. Milano soffre di un’assenza di strategia urbana e metropolitana.
In ultimo ma non meno importanti le urgenze di porre mano alla trasparenza degli atti amministrativi così come la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica attraverso regole democratiche precise, uno Statuto Comunale da adeguare ai tempi, basta pensare ai rapporti con i Municipi e con la Città Metropolitana, istituita con una legge, dimostrativa della superficialità coniugata con l’arroganza, con la quale questo Governo pretende di riformare il paese, non nel senso nobile di migliorare le leggi, ma in quello spregiativo , con la quale si designavano i riformati, quando c’era la leva obbligatoria, cioè i non idonei al servizio militare. Infine la riorganizzazione della macchina comunale per metterla al servizio del cittadino e non viceversa, per aiutarlo a risolvere i problemi
Mi permetto anche di segnalare, per Vostro tramite, ai candidati Sindaci da sballottare, l’urgenza di una modifica della procedura per i casi di ineleggibilità preesistente all’elezione(artt. 60 e 61 TUEL). La contestazione da parte del Consiglio comunale dopo la proclamazione aveva un senso quando nella prima seduta il Sindaco in pectore era un consigliere come gli altri. Ora arriva alla prima seduta con alle spalle una legittimazione diretta dei cittadini e last but not least con un premio di maggioranza pari al 60% dei seggi assegnati.
Milano 8 giugno 2016
Felice Besostri