“Senza una forte pressione dell’opinione pubblica dalla Camera non verrà una nuova legge elettorale, nonostante l’impegno e la competenza del presidente della Commissione Affari Costituzionali, on. Manziotti”. Ha dichiarato Felice Besostri, a capo del Coordinamento degli Avvocati Antitalikum e dei 22 ricorsi contro la legge elettorale Italicum che lo scorso 25 gennaio la Consulta ha dichiarato anticostituzionale.

“I cittadini italiani hanno diritto a votare con una legge elettorale che dia garanzie reali di rappresentanza democratica. Dopo l’empasse sul Tedeschellum, con la bocciatura delle norme speciali e incostituzionali per il Trentino Alto Adige, si è profilata la paralisi anche per semplici norme di armonizzazione delle due leggi elettorali sopravvissute alle amputazioni della Corte” prosegue Besostri, e spiega “L’armonizzazione si impone perché  lo chiede il buon senso,  lo auspica il Presidente della Repubblica, ma soprattutto è richiesto dalla stessa sentenza n. 35/2017 di annullamento parziale della legge n. 52/2015(Italicum), ottenuto dal gruppo degli avvocati antitalikum”.

Nei 22 ricorsi presentati in altrettanti tribunali italiani la discrepanza delle soglie di accesso era uno dei motivi di incostituzionalità. Soltanto 5 ricorsi sono approdati al vaglio della Corte, gli altri sono ancora in primo grado o in appello. Da qui a fine novembre teoricamente il tempo utile per inviare nuovi ricorsi in Corte Costituzionale, e perché siano esaminati e decisi prima delle elezioni del 2018. 

“La Corte Costituzionale ha fatto il suo dovere nell’ambito delle ordinanze dei tribunali. La mancata armonizzazione delle leggi di Camera e Senato non è di sua responsabilità, ma di un Parlamento che ha approvato una legge per la sola Camera dei Deputati con un premio di maggioranza non previsto al Senato, senza coalizioni di liste e con una soglia di accesso del 3%, inferiore a quella del Porcellum” e ha concluso “La legge elettorale era incostituzionale”.

Sono 8 i Tribunali pronti in tal senso: Lecce 21 settembre, Messina e Venezia 29 settembre, Genova 10 ottobre, Perugia 17 ottobre, Trieste 15 novembre. Catania e Bologna il 29 novembre. Altri possono essere fissati tra i quali il 23° ricorso quasi tutto incentrato sul rischio di incostituzionalità di un voto con le due leggi vigenti di Camera e Senato. Al Senato una sola preferenza quindi in violazione del riequilibrio della rappresentanza di genere (art. 51 Cost.) e 3 soglie regionali di accesso 8% per liste singole, 3% liste in coalizione e 20% coalizioni, a fronte di un’unica soglia nazionale del 3% per la Camera, dove non sono permesse le coalizioni.

Per gli elettori di 25 anni e oltre il voto non è più uguale e i candidati nelle due Camere non sono in condizioni di eguaglianza con violazione degli artt. 48 e 51 Cost. Dai vecchi ricorsi e dal nuovo, se i giudici ordinari vorranno dare un seguito alle sollecitazioni della Consulta del Presidente della Repubblica verrà data occasione alla Corte Costituzionale di provvedere direttamente all’armonizzazione delle leggi elettorali.

NOTA

I ricorsi di Lecce, Venezia, Genova, Perugia, Trieste e Bologna li discute l’Avv. Besostri con il collega locale rispettivamente: Ligori (LE), Versace (VE), Paolillo (GE) Ricciardi (PG), Campanotto e Sbisà (TS) e Sentimenti (BO)

Il ricorso di Messina l’Avv. Palumbo del Coordinamento Gruppo avvocati Antitalikum. Il ricorso di Catania  l’Avv. Longhitano.

Fonte: Libertà e Giustizia