Si fa per dire…

20 Novembre 2018 BY FONDAZIONE NENNI dal blog della Fondazione

Nessuno fino ad oggi mi ha mai spiegato perché l’Italia festeggia l’unità del Paese alle cadenze decennali successive al 1861.

Per quanto ne so nel 1861 Re Vittorio Emanuele II proclamò il Regno d’Italia per inglobare l’appena conquistato Regno delle due Sicilie, ma l’unità d’Italia si conseguì il 20/09/1970 con la famosa battaglia che portò alla presa di porta Pia, la fuga dei francesi e lo scioglimento dell’esercito papalino.

Ma perché il 20 settembre 1970 che consentì di inglobare nel Regno Sabaudo il centro Italia e il triveneto realizzando di fatto l’unità d’Italia viene sistematicamente oscurato rimane un mistero.

O forse la definitiva perdita del potere temporale della Chiesa non deve essere ricordato, chissà…

Carlo Fiordaliso

Commento di Felice Besostri

Perché altrimenti come si potrebbe giustificare l’esenzione di ICI ed IMU alle attività commerciali religiose o distribuire i soldi dell’8 per mille in modo da dare alla Chiesa la più grossa fetta di chi non ha compiuto una scelta?

E’ uno dei tanti modi per sostener la continuità dello Stato senza cesure drammatiche. Pensate che per anni Dino Grandi si è lamentato, quando nelle consultazioni presidenziali per l’incarico di governo erano convocati anche gli ex Presidenti della Camera, che non fosse convocato anche lui come presidente del Gran Consiglio (del Fascismo).

Se prendessimo il 1870 bisognerebbe mettere in discussione il Concordato. Ma cautela se l’Unità d’Italia andasse celebrata quando si è raggiunta nei confini naturali la maggioranza giallo-verdenera potrebbe celebrare  l’unità d’Italia  il 28 giugno 1919 firma del Trattato d Versailles con il recupero delle terre già irredente e qualcosa in più di tirolese, sloveno e croato: un messaggio nazionalista pericoloso.

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