«Potrebbe non essere un brutto regalo di Natale, quello che sta preparando la Corte Costituzionale per Roberto Maroni. Oppure potrebbe essere la fine di una querelle che si trascina avanti da anni. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it il 7 luglio prossimo, davanti alla Consulta arriva il ricorso presentato dall’avvocato Felice Besostri per conto di Andrea Di Stefano e Roberto Biscardini contro il “Lombardellum”, ovvero la legge elettorale lombarda che assegna un premio di maggioranza al presidente che ha preso più voti.

“La legge è incostituzionale, perché assegna oltre il 5 per cento dei voti a un presidente, anche se erano palesemente di altri. E’ il meccanismo del premio che è in contrasto con il voto diretto. La verità è che ci sono voti non di Maroni che sono finiti a Maroni”, spiega ad Affaritaliani.it il costituzionalista Felice Besostri.

Nella pratica, se la Corte decidesse di accogliere interamente il ricorso ci sarebbe un vero e proprio terremoto politico in Lombardia. “Prima ci dovrebbe essere un nuovo passaggio al Tar – spiega tecnicamente Besostri – Dalla sentenza della Corte c’è un tempo minimo di 50 giorni, poi c’è il giudizio di merito”. Mettiamoci anche le ferie e si arriva, appunto, sotto Natale. Ma che cosa potrebbe succedere nel concreto? I calcoli sono molto complicati, ma secondo quanto può riferire Affaritaliani.it ci sono forze che rimarrebbero escluse dal consiglio e forze che ci entrerebbero. Fuori il Partito dei Pensionati della Fatuzzo, ad esempio. E dentro il Centro Popolare Lombardo di Enrico Marcora. Fuori i Fratelli d’Italia e alcuni Ncd, e dentro Sel e altri della Lista Ambrosoli. Alla fine il conteggio potrebbe essere impietoso per Maroni, che si troverebbe a governare con una maggioranza risicatissima. Gli esperti hanno fatto somme e differenze, e sono arrivati a una cifra di soli due consiglieri di maggioranza. Altro che maggioranza assoluta, il consiglio diventerebbe un Vietnam permanente.

di FabioAMassa

Fonte:Affaritaliani