«I COSTITUZIONALISTI CHIAMATI IN AUDIZIONE E I RISCHI DELLA LEGGE COMPRESO L’ECCESSO DI SEGGI

La legge elettorale è un tale pasticcio che alla camera potrebbero essere eletti dieci deputati in più:640 al posto di 630 previsti dalla Costituzione. L’allarme arriva dai costituzionalisti chiamati a dare un giudizio sull’Italicum dalla prima commissione di Montecitorio. Mentre in aula si prepara la battaglia sulla legge elettorale con Matteo Renzi impegnato nel redderationem con i dissidenti Pd, il Palazzo ha chiamato in audizione una platea di esperti. Secondo diversi costituzionalisti, il testo è pieno di errori e fa acqua da tutte le parti. E le toppe messe con i vari passaggi in Parlamento non sono bastate. Ora salta fuori pure la falla dei dieci deputati in più. “E’ stato coniugato male il rapporto tra seggi eletti in Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige e quelli nel resto d’Italia Tanto che, a seconda del numero dei voti, da quelle due regioni a statuto speciale potrebbero essere eletti da due a dieci parlamentari in più rispetto a quelli previsti dalla Costituzione”, spiega Lorenzo Spadacini, ordinario di diritto costituzionale all’Università di Brescia, di fronte agli attoniti deputati. “L’Italicum è pieno zeppo di errori. Tra questi c’è il rischio che siano eletti 640 deputati”, rilancia il grillino Danilo Toninelli su Twitter. Ma come può succededere? Tutto dipende dal fatto che l’Italicum è una legge proporzionale, eccezion fatta per Trentino e Valle d’Aosta, dove si voterà con il vecchio sistema, con nove collegi uninominali. Ma potrebbe accadere che dieci seggi frutto di elezioni uninominali a turno unico potrebbero essere assegnati a forze minoritarie o a liste escluse dal premio di maggioranza, che andrebbero sommati ai 630. Insomma un gran casino.

Ma questo non è l’unico rischio messo in luce ieri pomeriggio dagli esperti convocati alla Camera. “L’Italicum svuota i principi democratici del nostro ordinamento”, afferma l’avvocatessa Anna Falcone. Che punta il dito contro l’assenza di soglie di sbarramento per accedere al secondo turno e contro i capilista bloccati, che “solleva il problema delle scelte delle candidature”. Inoltre il premio di maggioranza alla lista, falsa il sistema determinando un premierato di fatto, senza toccare la Costituzione”. Per altri, invece, i poteri concessi al premier sono troppo pochi. “Il presidente del consiglio non ha nessun potere sullo scioglimento delle Camere né sulla revoca dei ministri”, spiega Giuseppe Calderisi, gran sostenitore dell’Italicum. Le critiche, però, superano di gran lunga gli elogi. Giuseppe Guzzetta, per esempio, sottolinea come “avere due sistemi completamente diversi per la Camera e per il Senato (che secondo la riforma costituzionale non sarà più elettivo, ndr) potrebbe far incorrere nel rischio di incostituzionalità”. Per Tommaso Frosini, professore di diritto pubblico comparato, invece, “il problema più evidente è la pluralità di candidature che spezza il rapporto diretto tra candidato ed elettore”.

Forti critiche piovono anche sulla soglia del 3 per cento per entrare a Montecitorio, che molti considerano portatrice di frammentazione, sul premio di maggioranza alla lista e sul divieto di apparentamento al secondo turno. Mentre l’avvocato Felice Carlo Besostri punta i riflettori su un altro aspetto. “una delle priorità della legge è stata rendere chiaro il vincitore già alla sera delle elezioni. Ma questa è una pretesa assurda. Anche negli Stati Uniti non c’è questa certezza”, osserva. Ricordando ciò che accadde alle presidenziali del 2000, quando George W. Bush seppe di aver vinto due giorni dopo per colpa del caos delle schede in Florida.

di Gianluca Roselli

Fonte: il Fatto Quotidiano