Partecipato alla riunione di ieri sera a Milano alla Camera del Lavoro (seguito Brancaccio)

Sono tra quelli che ha parlato e non per questo divento automaticamente un vecchio arnese. Il diritto di parola credo di essermelo conquistato sul campo ed hanno a che fare con battaglie di legalità costituzionale. Alcune vittoriose come il Porcellum e L’Italikum, annullati parzialmente, ma in punti essenziali: colpiti al cuore se mi piacesse il linguaggio truculento. Il Porcellum senza premio di maggioranza e liste bloccate e l’Italikum senza il premio di maggioranza alla lista che superi il 40,9% dei voti validi, ma assegnato sempre e comunque, come detto nell’intervento di 6 minuti cronometrati, ad una delle due liste più votate senza alcun riguardo al numero dei votanti rispetto agli iscritti alle liste elettorali e alla percentuale singola o complessiva delle liste ammesse al ballottaggio. Non fosse stato annullato dalla Corte Costituzionale, grazie al ricorso degli avvocati antitalikum, che ho promosso e coordinato, neppure si sarebbe potuto parlare di una lista unica e unitaria di sinistra civica alle prossime elezioni. Altre sono ancora in corso, impugnazione della legge Del(i)rio (la n. 56/2014), che non ha abrogato le Province, ma la democrazia nelle Province e Città Metropolitane, la legge elettorale per il Parlamento europeo e ultima iniziativa, annunciata alla manifestazione alla Camera del lavoro, la legge per i Comuni sopra i 15.000 abitanti, che con l’elezione diretta del Sindaco e un premo di maggioranza del 60% ( Porcellum e Italikum avevano un miserabile 54%) hanno trasformato i Comuni una volta culla e palestra di democrazia per la formazione della classe politica a incubatrice dell’uomo solo al comando. Non è un caso che da quel sistema sia stato prodotto Matteo Renzi da Presidente di Provincia e Sindaco di Firenze a ex (per fortuna dell’Italia) Presidente del Consiglio dei Ministri.

Sarà un caso emblematico di un Sindaco eletto con quasi il 70% dei consensi al ballottaggio, cui ha partecipato poco più di un terzo degli aventi diritto, quindi eletto dal 24,29% dei cittadini elettori, nemmeno un quarto. Con questo bilancio ho parlato a Milano e non al Brancaccio, affrontiamo il problema alla radice. Nei congressi radicali ci si iscriveva a parlare la sera prima e la tempestività dava l’ordine di parola, ma i tempi erano dettati dal numero degli iscritti e dal tempo lasciato da Pannella.Una sola volta si è sperimentata l’estrazione a sorte tra gli iscritti a parlare. La presidenza e chi la prepara è onnipotente, decide chi parla e quando. Quante volte a congressi di partito ci è capitato di parlare nella seduta notturna o al mattino presto ovvero durante la pausa pranzo e pertanto a platee vuote o quasi. Se conti, cioè sei un leader, parli invece negli orari di massimo ascolto ovvero durante la ripresa televisiva.Ci sono rimedi? Si può tentare. All’inizio di assemblee si rende pubblica la lista e l’ordine. Spesso, invece l’ordine è manipolato con personaggi che entrano o escono secondo le convenienze. I tempi sono divisi e fatti rispettare, io per esempio ho dovuto rispettare i 6 minuti un pedaggio pagato al privilegio di parlare per primo dopo il relatore ufficiale e principale Montanari. Si può pensare alla formalità di far approvare la lista e l’ordine dall’assemblea: un fatto che richiederebbe che l’assemblea si possa esprimere.

Un altro correttivo è quello di stabilire che una quota percentuale sia comunque estratta a sorte tra chi si sia iscritto a parlare e sia presente riservando una piccola quota anche a semplici presenti e che abbiano fatto richiesta il giorno stesso dell’assemblea. Invitare tutti comunque a mandare un testo scritto sia che parlino, obbligatorio, o no. Questo però è possibile quando ci sia una struttura organizzativa stabile, quando sia chiaro e trasparente, da chi sia composta e soprattutto chi abbia scelto il posto, l’abbia prenotato e pagato.

Un’ultimo consiglio se io siedo in un gruppo che deve decidere qualcosa la prima cosa che chiedo è che gli organizzatori abbiano il diritto di indicare almeno un oratore.
Invito Cortiana a pubblicare il mio post, che invio anche al mio blog www.felicebesostri.it

Felice C. Besostri