Il 4 ottobre 2016 ci sarà la prova che l’Italicum non è altro che una riedizione raffinata ed ipocrita del Porcellum. Una prova incompleta, non per responsabilità della Corte Costituzionale ma dei giudici aditi con una serie di ricorsi analoghi e in molti casi identici, che hanno investito 20 Tribunali italiani – altri 2 sono stati presentati in questi giorni. Tre giudici hanno ritenuto il ricorso inammissibile, due di essi perché depositato prima del 1° luglio 2016, data ritenuta erroneamente di entrata in vigore della nuova legge elettorale. Uno l’ha respinto perché le censure di costituzionalità erano manifestamente infondate, malgrado che un altro Tribunale, quello di Messina l’avesse già rinviato in Corte per 6 motivi e non pronunciandosi sul primo e principale motivo, la violazione dell’articolo 72 comma 4 della Costituzione, per aver approvato la legge ponendo tre voti di fiducia alla camera e non completando l’iter referente in senato «per insufficienza della documentazione».

A Messina si è aggiunto Torino con un’ordinanza di rimessione su 2 motivi: l’attribuzione del premio di maggioranza in seguito a ballottaggio tra le due liste più votate al primo turno e la libertà di scelta del capolista eletto in più collegi. Un annullamento parziale renderebbe la legge inoperativa e quindi una elezione anticipata eventualmente dopo un successo referendario non sarebbe più possibile.
L’annullamento del Porcellum con la storica sentenza la n. 1/2014 ha però pagato un prezzo, quello della legittimazione delle elezioni svolte nel febbraio 2013, facendo salvi i parlamentari proclamati eletti, ancorché non convalidati: una forzatura. Non ci sono state reazioni dei mezzi di informazione e dell’opinione pubblica quando il Porcellum è stato applicato alle sostituzioni e surrogazioni conseguenti alle elezioni europee: uno scandalo reso possibile da molte complicità (le giunte delle elezioni e le presidenze delle camere).
È aperta una corsa contro il tempo. Renzi punta a svolgere le elezioni con l’Italicum (vinto o perso il referendum costituzionale), dopo di che la Corte lo dichiari pure incostituzionale in toto. Tanto dopo avrebbe cambiato in ogni caso ancora la Costituzione, specialmente se avesse vinto il referendum. C’è una sola variante rispetto al passato: il silenzioso presidente della Repubblica – che ha partecipato alla decisione sul Porcellum – sarà disposto a consentire una nuova manomissione della Costituzione?
Su Napolitano si poteva contare, ma avrebbe dovuto avere la forza di completare il suo secondo mandato, cioè resistere fino al primavera 2021, quando avrebbe compiuto 96 anni, come gli auguriamo di cuore.

La Corte Costituzionale il prossimo 4 ottobre dovrà decidere se le sue sentenze sono frutto di una congiuntura o rappresentano punti fermi per i cittadini e le loro istituzioni rappresentative, anche se la sua composizione è mutata. La revisione dei principi è già cominciata con le sentenze sulla legge elettorale comunale della provincia autonoma di Trento (sent. n. 275/ 2014), sulle elezioni indirette di province e città metropolitane (n. 50/ 2015) e infine sulle elezioni per il parlamento europeo (n. 110/2015), affermando tra l’altro principi, che pongono al riparo da iniziative dei cittadini le leggi elettorali regionali.
La congiuntura politica non è più la stessa. Con una stampa e una televisione indipendenti dal potere politico e dai suoi favori, le dulcamarate di Renzi e dei suoi fidi sarebbero state da tempo oggetto di sberleffi. Renzi ha bisogno di far credere che legge elettorale e revisione costituzionale siano due partite distinte, quando basta osservare che l’Italicum era nato come legge elettorale per le due camere e che è stato limitato al soli deputati a fronte dell’impossibilità di trovare un algoritmo che assicurasse la stessa maggioranza nella camera e nel senato. La revisione costituzionale è stata presentata un paio di settimane dopo la presentazione di un testo di legge elettorale, monco del senato.
Venisse annullato il premio alla lista, l’opposizione di sinistra e il M5S sono in grado di presentarsi con una coalizione credibile e competitiva con il partito della Nazione? Ovvero di essere spettatori, con le sinistre divise a rischio di restare sotto la soglia del 3%?
L’autore è il coordinatore dei ricorsi contro l’Italicum.

Fonte: Il Manifesto