Il legale è stato impegnato nel ricorso sulla legge elettorale «Una battaglia per il Paese»

di Loredana Zarrella

«E’ una grandissima vittoria, abbiamo difeso la democrazia È un’emozione troppo grande». Non trattiene le lacrime l’avvocato avellinese Giuseppe Sarno, appena venuto a conoscenza, ieri pomeriggio, della decisione della Consulta sull’Italicum. È l’unico legale campano ad aver preso parte al dibattimento tra gli avvocati che hanno presentato il ricorso contro la legge elettorale all’Avvocatura dello Stato. Già membro del pool che si è battuto contro il Porcellum, Sarno, avvocato civilista e costituzionalista di Avellino, è l’unico irpino ad aver presentato l’intervento ad adiuvandun. «Io ho presentato il ricorso al Tribunale di Milano dopo che cinque tribunali, quello di Messina, Perugia, Trieste, Genova e Torino hanno accolto le nostre eccezioni» ha spiegato Samo che ha così potuto assistere al dibattimento presso il Palazzo della Consulta a Roma, dopo aver rinunciato all’intervento a favore dei più noti legali anti-Italicum, come Felice Besostri, che è il coordinatore generale del pool, e l’ex senatore Acquarone. Interventi a cui si sono aggiunti quelli dei cinque avvocati dei cinque tribunali che hanno rimesso la questione alla Corte Costituzionale.

Sono gli stessi tribunali, sedi della Corte d’appello dove è domiciliata l’Avvocatura dello Stato, che hanno ritenuto fondate le eccezioni presentate a Milano. «Grazie al ricorso la gente ha parlato della Costituzione; prima con la battaglia per il “no”, poi con il ricorso». Altri due legali irpini si sono fatti promotori della battaglia, presentando il ricorso a Napoli (che pende ancora, essendo stata rinviata la discussione al 27 giugno), sono gli avvocati Nicola Cicchetti e Domenico Di Giacomo. La decisione è arrivata dopo un dibattimento in cui il presidente della Consulta Paolo Grossi ha più volte invitato gli avvocati anti-Italicum ad essere meno prolissi. Nel pomeriggio di ieri, dopo la maratona della camera di consiglio, la sentenza dei 13 giudici che ha da subito scatenato commenti, esultanza o semplice soddisfazione perché per alcuni «si poteva fare di più».

In pratica l’Italicum sarebbe risultato, almeno in parte, incostituzionale. Abolito il ballottaggio tra le due liste che prendono più voti, sopravvive, invece, il premio di maggioranza per la forza politica che raggiunge il 40% al primo turno. Bocciate, ma solo a metà, le pluricandidature. Mentre alcuni ricorrenti speravano che la legge sull’Italicum fosse del tutto cassata, resta l’emozione, per l’avvocato avellinese, di aver salvato, almeno in parte, «i principi della democrazia».

Fonte: Il Mattino