«Avvocato Besostri, che cos’è in parole semplici il Porcellum?

E il soprannome dato alla legge n. 270 del 2005 dopo che il suo padre spirituale l’on. Calderoli l’aveva definita una legge “porcata”. Il latino maccheronico è per mantenere una tradizione. La prima riforma, dopo i referendum elettorali promossi dall’on. Mario Segni, fu chiamata “Mattarellum” dal nome del Ministro on. Sergio Martella, ora giudice costituzionale. Allo stesso modo il “Tatarellum” ha designato la legge elettorale per le Regioni a Statuto ordinario, dal nome dell’on. Giuseppe Tatarella. Con la legge annullata (il Porcellum, ndr) dalla Corte Costituzionale si dava un premio di maggioranza abnorme alla lista o coalizione di liste più votata fino a raggiungere 340 seggi alla Camera dei Deputati o la maggioranza dei seggi assegnati alle singole Regioni al Senato. L’altra caratteristica di profonda “innovazione” fu l’introduzione delle liste “bloccate”, in altre parole l’elettore non dava più un voto di preferenza al can-didato preferito, poteva solo votare una lista: l’ordine di elezione era prestabilito dall’ordine di lista (stabilita dalle segre-terie dei partiti, ndr). Chi era ai primi posti aveva una possibilità, gli altri ciccia. Queste “novità”, le più importanti, sono state annullate dalla Corte Costituzionale per violazione degli art. 48 e 51 della Costituzione. In una repubblica parlamentare ci deve sempre essere una legge elettorale, immediatamente applicabile, per il rinnovo degli organi rappresentativi. Così è, senza i vaneggiamenti che sarebbe ritornato in vita il Mattarellum. Salvo specifico pronunciamento del Parlamento che può fare una nuova legge elettorale.

Come si è arrivati a questo risultato che può definirsi “storico”?

Grazie alla perseveranza e determina-zione di tre avvocati (Besostri, Bozzi e Tani) moschettieri e di una ventina di cittadini elettori che ci hanno creduto. Ho incominciato io, sia in proprio come cittadino elettore che come difensore di una serie di associazioni politiche, dalla Costituente Socialista all’UDEUR, con una nutrita rappresentanza di associazioni della sinistra alternativa e rosso-verde, opponendomi all’ammissione dei referendum elettorali del prof. Guzzetta. I quesiti furono ammessi e le sentenze di ammissione la n. 15 (Camera) e 16 (Senato) del 2008 avvertivano il Parlamento che il premio di maggioranza senza una soglia minima, in voti e/o seggi presentava profili problematici di costituzionalità. L’avv. Aldo Bozzi, già avvocato dello Stato, prima di dedicarsi alla libera professione, prese sul serio gli avvertimenti della Consulta ed impugnò davanti al TAR Lazio l’indizione (la proclamazione, ndr) delle elezioni anticipate del 2008. In quel giudizio sono intervenuto a sostegno anch’io e il TAR del Lazio, sez. 2 bis e il Consiglio di Stato, sez. IV si dichiararono carenti di giurisdizione: in altre parole gli unici organi competenti a giudicare le leggi elettorali erano le Giunte delle elezioni delle Camere elette con la legge di sospetta costituzionalità. Una evidente assurdità!

E allora, quale fu la mossa che portò alla “vittoria”?

Si reagì promuovendo un (fino ad allora inedito) conflitto di attribuzione fra po-teri dello Stato, cioè tra il popolo sovrano, rappresentato dal cittadino elettore, e il Parlamento, con un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. La mossa decisiva fu citare lo Stato italiano per far accertare il diritto dei cittadini di votare conformemente alla Costituzione. Davanti al Tribunale e alla Corte di Appello di Milano l’azione fu ritenuta am-missibile, ma respinta nel merito. Finalmente ricorso in Cassazione, del marzo 2013 (dopo aver sentito gli avvocati Tani e Besostri e il PG presso la Cassazione, tutti a favore dell’invio alla Corte Co-stituzionale), ha adottato l’ordinanza n. 12060, (depositata il 17 maggio) di remissione alla Corte Costituzionale, che nella seduta del 3 dicembre 2013 ha accolto i rilievi, preannunciando l’annullamento del premio di maggioranza e le liste “bloccate”: due dei pilastri di quella legge elettorale (Porcellum, ndr). Quali i difetti del Porcellum? I difetti sono venuti platealmente alla luce perché il Porcellum non ha assicurato la governabilità e un’efficace politica di governo. Dal 2006 ad oggi l’Italia è andata sempre peggio. Certamente la crisi è stata ed è mondiale, ma paesi senza premi di maggioranza come la Germania e la Svezia se la sono cavata meglio di paesi come la Grecia con forte premio di maggioranza. La ragione è semplice: la coerenza dell’azione di governo richiede coalizioni omogenee, e perché per guadagnare il premio di maggioranza si doveva imbarcare di tutto: le coalizioni vincevano le elezioni, ma erano incapaci di governare come Prodi nel 2006 e Berlusconi nel 2008- pur avendo sulla carta la più forte maggioranza parlamentare di ogni tempo sia alla Camera che al Senato.

Il Porcellum dunque è stato bocciato, da oggi che cosa cambia nel pa-norama politico italiano?

Dovrebbe cambiare tutto ma le forze politiche maggiori come PD e PdL, ora Forza Italia, non si rassegnano e stanno studiando come darsi una maggioranza per governare. Parafraserei il manzoniano Don Abbondio: la maggioranza (come il coraggio), se uno non ce l’ha non se la può dare, e se insiste, senza avere una legge che gliela da, porta il Paese al disastro.

Francesco Notaro – ABC