«Il risultato del referendum tra i dipendenti FIAT di Mirafiori si è concluso, arrotondando, con un 54% di Sì e un 46% di No: un risultato significativo anche per l’alta percentuale, intorno al 96%, dei votanti. Per chi ha sostenuto le ragioni del No è un risultato importante, da valorizzare e non per arroccarsi dietro ad esso. In particolare vanno evitato i toni da vincitore morale, perché comunque hanno prevalso i Sì e soprattutto scaricare la responsabilità su impiegati e quadri, decisivi per la consistenza delle approvazioni sopra la soglia minima del 50% + 1, ma non per la vittoria dei Sì. Con il voto limitato ai reparti produttivi il contratto anomalo e separato sarebbe comunque passato, sia pure per appena 9 voti. Se non si è seguaci della maledizione di un destino cinico e baro o del malocchio, quando si perde bisogna, in primo luogo, guardare alle proprie insufficienze nella capacità di convincere. L’esito del referendum è stato certamente influenzato dal timore di perdere il proprio posto di lavoro, ma sempre si prendono decisioni sotto il peso di pressioni e condizionamenti esterni o ricatti. Quando si verifica che si rinunci ai propri diritti o alla propria dignità ( un termine da usare con cautela e in casi eccezionali) anche questo è da mettere in carico alla incapacità di convincere, che diritti e dignità non sono barattabili. Quando lo sciopero era un reato in quasi tutti i paesi europei, i primi sindacalisti riuscivano ugualmente ad organizzare scioperi e i lavoratori e le lavoratrici scioperavano anche quando la polizia o l’esercito erano pronti a sparare per uccidere nella difesa dei padroni.
Non c’è bisogno di risalire al XIX° secolo, ma bastano alcuni riferimenti alle lotte bracciantili nel Sud (Avola 1968 e Battipaglia 1969) all’eccidio degli operai delle Reggiane nel 1943. Gli impiegati e i quadri sono lavoratori e hanno tutto il diritto di esprimersi sul futuro del loro rapporto di lavoro, anche se non direttamente interessati dalla ristrutturazione dei tempi e delle modalità di lavoro alle catene di montaggio. La limitazione del diritto di voto soltanto ai diretti interessati dalla consultazione è un’idea reazionaria, in quanto corporativa, della democrazia e poi ogni deroga al principio Una testa, un voto, lascia troppo arbitrio agli organizzatori delle consultazioni elettorali o referendarie. Da un punto di vista dell’interesse i lavoratori dell’indotto FIAT, che sono molti di più dei dipendenti diretti della casa automobilistica, avrebbero dovuto, secondo questa logica, partecipare alla consultazione. Su un altro piano, i cittadini dei paesi alleati degli Stati Uniti dovrebbero essere consultati, prima delle elezioni presidenziali americane o, quantomeno poter influire sulle candidature alle primarie. Quello che un presidente USA fa, incide sulla vita dei cittadini di altri paesi, come Miotto, che non sarebbe morto in Afghanistan senza le decisioni di George W. Bush. Il Quarto Stato vince quando ha la serena determinazione dei volti dei quadri di Pellizza da Volpedo ed è capace di allearsi a settori del Terzo Stato e ora del Quinto, la galassia dei nuovi lavori non stabilizzati di elevato livello tecnico e di specializzazione. In un sistema democratico gli operai dell’industria non saranno mai maggioranza da soli. Nessuna retorica di classe potrà mai modificare questo dato.
Felice Besostri