«LA PROPOSTA mi pare interessante, cioè abolire le Regioni, o raggrupparle piuttosto che il Senato e le Province. Ritengo che l’emergenza sia la democrazia minacciata, ma quando la crisi economica è sempre più dura diventa facile dire che le masse non sono interessate.

Eppure se la popolazione non ha chi la rappresenti in modo plurale i provvedimenti saranno quelli funzionali al sistema, cioè il capitalismo finanziario, il quale ignora il compromesso cui il capitalismo industriale poteva essere costretto per la pressione sindacale e politica dello Stato nazionale, ambito nel quale gli elettori non potevano essere totalmente ignorati.Il capitalismo finanziario non ha bisogno di aiuti pubblici, ma soltanto che lo Stato non si impicci e poi sono i voti che loro danno ai governi con le agenzie di rating più importanti di quelli di milioni di cittadini: i rafforzamenti degli esecutivi e delle tecnocrazie burocratiche corrispondono alla logica di avere controparti pubbliche più controllabili (è più facilmente corruttibili e per di più a un costo minore, immaginarsi i problemi se l’interlocutore è un parlamento bicamerale di 945 membri elettivi, invece di un Governo con un presidente del Consiglio, che ha bisogno come il pane di un mondo dell’informazione asservito e non critico: quindi tagliare i costi della politica cominciando dagli organi elettivi rappresentativi).

Felice C. BesostriPresidente Rete Socialista-Socialismo Europeo