Dal Brancaccio a Piazza Santi Apostoli ci sono 2 km e a piedi ci vogliono 24 minuti. Ma io ci arriverò dopo 13 giorni, ma non sarà un punto di arrivo, ma una nuova tappa sulla via della costruzione/ricostruzione di una formazione unitaria, che rappresenti quella parte del popolo italiano che dopo la scomparsa dei partiti storici della sinistra socialista e comunista non ha più una rappresentanza adeguata.
Spero che si capisca presto, che non è un problema di programmi, ma di scelte politiche e di un progetto di rinnovamento nazionale e della società, in accordo con la Costituzione,  Il tentativo di  rottamare la Costituzione è stato respinto ai mandanti dagli elettori ignoti  il 4 dicembre scorso.
Alla sconfitta politica di quel disegno di modifica della forma di Governo e di Stato ha fatto seguito quella giuridica con la sentenza della Corte Costituzionale n. 35/2017. Un annullamento parziale, ma che ha colpito al cuore l’Italikum (così lo scriviamo nel gruppo degli avvocati anti-italikum), cioè nell’attribuzione sempre e comunque di un premio di maggioranza in seguito ad un ballottaggio fra le prime due liste di maggioranza relativa, in altre parole di minoranza assoluta.
Se siamo convinti che dopo tre parlamenti eletti con una legge elettorale maggioritaria incostituzionale, serva un momento di trasparenza e verità, che solo un sistema proporzionale può dare. Dobbiamo sapere  da chi e come è rappresentato il popolo italiano, affinché le scelte che saranno compiute siano il risultato di un’intesa effettiva di una maggioranza del popolo e non il frutto drogato di un algoritmo, che distribuisca eletti sul territorio nazionale senza rispettare le scelte personali e dirette degli elettori  delle circoscrizioni di candidatura. Se la scelta, anche temporanea, fosse per un sistema proporzionale, la sinistra (continuiamo pure a chiamarla così, malgrado la genericità del termine sinistra,  (indica una mera collocazione spaziale e non una direzione di marcia: dove siamo e non dove vogliamo andare) non può presentarsi confusa e divisa, a meno che scelga un ruolo minore di testimonianza.
La condizione delle classi popolari non lo consente, hanno già pagato il prezzo maggiore della crisi, anche in termine di mancanza di speranze, non solo di peggioramento delle condizioni di vita. Deve anche fare una scelta di fondo se lottare per cambiare l’Europa  o uscirsene, con un’Italexit. Ricette belle e pronte non ce ne sono, non solo in Italia, ma neppure in Europa.
Nel Coordinamento Democrazia Costituzionale la parola d’ordine prevalente è quella dell’attuazione della Costituzione. Nella sua difesa i termini ineludibili erano NO NO-SI SI. Se si deve attuarla emergono differenze che investono i NO e i SI in pari misura: è un’opportunità che non dobbiamo farci sfuggire: per questo abbiamo bisogno di luoghi di incontro, confronto ed anche scontro a tutti i livelli territoriali o di settore sociale, senza processioni da un luogo all’altro. Voglio esserci e ci sarò, non da solo.
In allegato l’intervento che avrei voluto pronunciare al Brancaccio e di seguito il link a quello pronunciato all’assemblea del 24 giugno a metà del percorso: Assemblea Coordinamento Democrazia Costituzionale
In Piazza santi Apostoli sarò un attento ascoltatore senza pregiudizi a priori e ne darò conto.

Felice C. Besostri