«AL CONGRESSO CITTADINO FEDERALISMO E AUTONOMIA A MILANO
Non si può essere federalisti e autonomi a parole.
A Milano dobbiamo liberarci da quasi 15 anni di governi municipali di destra e per di più inefficienti ed inadeguati per i problemi e le sfide di una grande metropoli europea con proiezione mondiale.
A Milano non si tratta soltanto di contribuire con propri deputati e senatori alla vittoria dell’Unione alle elezioni politiche, ma, appunto di conquistare il governo della città dopo quello della Provincia per creare un reale contrappeso alla maggioranza regionale.
Milano non può subire i contraccolpi della crisi nazionale della Federazione dell’Ulivo, dei contrasti tra Prodi e Rutelli, né assistervi come spettatrice impotente.
I compagni della Sinistra DS per il Socialismo di Milano sperano che dal Congresso Cittadino di Milano escano indicazioni unitarie e condivise per la vittoria nel 2006.
A Milano non si possono ripetere gli errori nazionali, che hanno condotto alla crisi attuale.
In primo luogo va privilegiata e rafforzata l’Unione rispetto alla Federazione. L’ipotesi di un unico partito dei riformisti è ormai morta e sepolta dalla divaricazione di programmi, obiettivi e comportamenti di DS e Margherita, cioè delle sue due principali componenti e ciò anche alla luce delle scelte e dei risultati referendari.
La crisi della Federazione non può diventare un’infezione che si trasmetta a tutta l’Unione, moltiplicando le divisioni ed i frazionamenti dei partiti che la compongono.
Milano deve offrire un modello alternativo di lavoro politico e, perciò, definire prioritariamente un programma elaborato dai partiti del centro-sinistra in unione con la realtà associativa, che crede in e richiede un governo trasparente della Città, cominciando dai Comitati dei Cittadini, dai quartieri, dal volontariato, dalla cooperazione e dalle professioni.
Allo slancio programmatico si devono associare anche tutte quelle forze organizzate, ma anche le personalità ed i singoli, che sono stati delusi dalle Giunte Albertini e da una logica di rissoso condominio, che ha rappresentato.
Definito il programma, si può scegliere con un procedimento aperto e trasparente, di cui l’esempio più semplice è costituito dalle primarie, il leader cittadino, candidato alla carica di Sindaco della Città di Milano.
Con un programma che caratterizza la coalizione, a partire dal coinvolgimento delle soggettività sociali e dal soddisfacimento dei bisogni dei cittadini, le primarie non rischierebbero di dividere in base a personalismi.
Se primarie devono essere, debbono essere primarie aperte e senza preclusioni e perciò anche con candidati espressione delle tradizioni laiche, riformiste, socialiste e di sinistra, così significative e radicate nella storia di Milano e delle sue migliori amministrazioni municipali.
Il candidato sindaco deve diventare una risorsa aggiuntiva della coalizione di centro-sinistra e non sostitutiva e perciò i partiti devono ridiventare i protagonisti di un nuovo radicamento sociale presente nel tessuto della città ed in primo luogo nelle sue periferie e cessare di essere macchine elettorali autoreferenziali e di spartizione del sottopotere.
Accanto ad una lista del Sindaco espressione dei contributi aggiuntivi alla coalizione, i partiti si presentino con il loro volto e per quanto ci riguarda si chiede una lista DS di unità socialista, che competa per il Consiglio Comunale, mentre nei Consigli di Circoscrizione deve essere lasciata ampia libertà di aggregazione e sperimentazione sulla base delle esperienze maturate nelle singole zone.
Punto irrinunciabile del programma per la Sinistra DS è la costituzione della Città Metropolitana e la creazione di municipalità dotate di effettivi poteri e risorse umane e finanziarie per autoamministrarsi, nonché una riforma dello Statuto comunale, che assicuri partecipazione popolare e trasparenza nella amministrazione della Città.
Milano, 16 giugno 2005
Sinistra DS per il Socialismo Centro di Iniziativa Culturale
“La Riforma”