«Su iniziativa di un gruppo di cittadini elettori anche in rappresentanza del Comitato per la difesa e l’attuazione della Costituzione a Bari ed a difesa delle minoranze linguistiche della Grecìa salentina a Lecce, sono stati depositati due ricorsi presso il Tribunale di Lecce e di Bari per eccepire la illegittimità della legge elettorale pugliese (Apulellum).

Tale azione si inquadra in quella più generale che ha visto coinvolto un pool di legali i quali hanno iniziato un’attività tesa a smascherare leggi regionali e nazionali ingiuste che distorcono il diritto del voto “secondo costituzione”. Dopo aver impugnato le leggi regionali della Toscana, della Campania, della Lombardia e dell’Umbria insieme al prof. Avv. Felice Carlo Besostri (il legale costituzionalista che ha contributo a far dichiarare l’incostituzionalità del Porcellum), è stata impugnata la legge elettorale pugliese.

Il Collegio difensivo per la Puglia è composto, oltre che dall’Avv. Besostri, dall’Avv. Marco Ligori e dall’Avv. Enrico Colazzo entrambi del foro di Lecce.

“A Lecce ed a Bari faremo rilevare la grave distorsione del diritto di voto pugliese il quale deve essere esercitato nelle forme e nei limiti previsti dalle norme vigenti: nazionali ed internazionali e, comunque, secondo la Carta Costituzionale. La legge elettorale pugliese, invece, limita, comprime ed altera l’efficacia e l’effettività del suddetto diritto di voto dei cittadini: in una democrazia rappresentativa il diritto di voto è la massima espressione della sovranità del popolo, “che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” ( art. 1, co. 2 Cost.)”.

“I rilievi posti all’attenzione del Magistrato giudicante sono diversi: per citarne solo alcuni, è stata posta l’attenzione sulla previsione di un premio di maggioranza irragionevole in quanto altera oltre ogni limite l’uguaglianza del voto; l’assenza di una soglia minima per l’assegnazione di tale premio; (questione, quest’ultima, che è stata questione è stata oggetto di tre sentenze della Corte costituzionale); la illegittimità relativamente alla differenziazione delle soglie di accesso delle liste; la mancata previsione della parità di genere e la discriminazione elettorale delle minoranze linguistiche storiche di Puglia.

La legge elettorale pugliese è palesemente incostituzionale; ancora una volta la magistratura dovrà sopperire all’inerzia della politica a legiferare secondo Costituzione.”

La Gazzetta del Mezzogiorno