«Il prof. ex sen. Ceccanti è costretto a difendere la paternità della soglia di accesso, introdotta in seconda e finale lettura al Senato, invero la paternità è condivisa con il collega forzista Malan: nei parti intellettuali nessuno si meraviglia che la coppia sia dello stesso sesso. Comprendo anche la frustrazione, a causa della doppia paternità, che la legge con avesse preso il nome di Ceccantellum, così da consegnare il proprio nome alla storia delle leggi elettorali al pari del Mattarellum e del Tatarellum.
La frammentazione della delegazione parlamentare italiana al PE è un puro pretesto perché anche gli studenti di scuola secondaria sanno che i gruppi parlamentari si costituiscono sulle affinità politiche e non nazionali. L’effetto è stato contrario agli interessi dell’Italia perché con la soglia ha annullato ogni presenza italiana in 2 gruppi parlamentari collegati ad altrettanti partiti europei, il cui ruolo è cresciuto con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, già ratificato dall’Italia al momento dell’approvazione dell l. n. 10/2009. Nel gruppo dei Verdi europei e della G.U.E nella scorsa legislatura non c’era più un italiano e ha indebolito la presenza italiana nel Gruppo collegato al PSE, perché SeL (Vendola + PSI) con il 3,1% avrebbe eletto 1 o 2 europarlamentari.
L’illegittimità della soglia di accesso non c’entra con la razionalità della soglia, ma con la nuova natura del PARLAMENTO EUROPEO NEL QUALE SONO RAPPRESENTATI DIRETTAMENTE I CITTADINI UE (art. 10 TUE) e non più ” le popolazioni degli Stati membri dell’UE”. Uno stato nazionale con norme nazionali poteva in teoria, sulla base delle modifiche 2002 all’Atto Unico del 1976, decidere che la sua popolazione fosse rappresentata da liste con una percentuale maggiore di un x%, ma non decidere quali cittadini UE, che per fortuna o per disgrazia risiedessero nel suo territorio, potessero essere rappresentati direttamente nel PE, perché è un dirittto fondamentale del cittadino UE eleggere ed essere eletto nel PE (art. 39 Carta Diritti Fondamentali nella UE, che per l’art. 6 TUE ha lo stesso valore vincolante dei Trattati. Apprezzo invece che il prof. Ceccanti non abbia voluto menzionare un’altra delle ragioni dell’introduzione della soglia di accesso, cioè che “bisognava impedire che rientrassero in gioco le forze politiche escluse dal Parlamento nel 2008” .Questa motivazione resta negli atti parlamentari a perenne vergogna di chi l’ha concepita: un bell’esempio di sensibilità democratica! Come anche l’argomentazione per impedire l’attribuzione di un diritto di tribuna alle forze minori, che teoricamente la rappresentanza italiana potesse scendere a 24 seggi invece di 72/73, cioè uno in più degli europarlamentari in carica che conoscono una lingua straniera oltre la materna italica. Se invece di una soglia di accesso si imponesse un esame di lingue conosciute gli interessi dell’Italia sarebbero più tutelati.
Felice Besostri