Quando si è nelle fasce nascente dell’innamoramento all’Alberoni il richiamo alla realtà è inteso come una posizione negativa.
Per riscontro di massa dovrebbe intendersi opinione pubblica. Una volta  quando si ricostruiva l’opinione pubblica il riferimento erano i giornali. Se usiamo quel parametro impatto zero. L’attenzione minima c’è soltanto se si litiga e poi i nostri giornali per non parlare della televisione sono la voce dei padroni. Ora ci sono i sondaggi di opinione.
Se vuoi essere nominato lo devi commissionare in proprio.
Quelli seri non sono meno di 100.000 euro. Non ci sono in cassa del Brancaccio e nemmeno del PD, forse Pisapia.
Le uniche cose che ho visto sono i sondaggi delle intenzioni di voto. In nessuno figura LISTA UNITARIA, ho visto Sinistra Italiana 2%, MDP 3,5%, in http://www.termometropolitico.it/1263571_media-sondaggi-25-luglio.html SI 2,3 e MDP 3,7% Campo Progressista Pisapia non l’ho trovato recentemente, in tempi passati 0,8%. Delle assemblee postBrancaccio ho esperienza solo di quella di Milano in data 19 luglio, affollata e partecipata. Salone Di Vittorio della Camera del Lavoro di Milano con posti in piedi e fuori 700/1000, che hanno quasi tutti resistito fino alla fine. Conosciuti 85%, militanti storici over 50, però plurali, (applaudito molto un mio passaggio in cui diceva che  la sinistra senza aggettivi dice solo dove stai non dove vuoi andare insieme), che va bene tutto da sinistra alternativa, civica (Montanari), democratica, laica, ambientalista, progressista, anticapitalista, MA  CON RIFERIMENTO AI SUOI FILONI IDEALI STORICI ANCHE [nota:abbandono di ogni egemonismo] SOCIALISTA-COMUNISTA E LIBERTARIA.
La domanda cui bisognerebbe rispondere è: “Quante e quali sinistre alle prossime elezioni italiane e europee?”. Questo, infatti è il primo tema scelto per il 10° convegno annuale del gruppo di Volpedo. A mio avviso un progetto per essere credibile dvrebbe avere un arco temporale di 5 anni se vogliamo tenere presente l’unico progetto di sinistra fuori PSE (spero che nessuno salti fuori a dire che il PSE non possa essere qualificato come sinistra. Mi attengo alle classificazioni politologiche internazionali per cui il PSE è L, cioè Left/Sinistra e i suoi partiti pure salvo alcuni CL cioè Centerleft/Centrosinistra di successo Syriza: 2009 Pasok 43,92%, KKE 7,64, SYRIZA 4,60%, giugno 2012 SYRIZA 26,89%, Pasok 12,28%, KKE 4,50% (nel 2012 maggio era al 8,43%): settembre 2015 SYRIZA 35,48%, Pasok 6,28%, KKE 5,55%. Le somme sono sinistra 2009 (Pasok+Syriza+KKE) 56,16%; sinistra maggio 2012 38,35%, sinistra giugno 2012  43,67%; sinistra settembre 2015 47,31%. 
Occorrerebbero alcune osservazioni  comunisti del KKE sono sempre stati oppositori di Pasok e Syriza e fanno  parte GUE, sinistra unita europea come SYRIZA. L’autodefinizione di sinistra non basta per presentarsi insieme.  La somma di Syriza + Pasok è inferiore a quella del solo Pasok all’apogeo, ma almeno c’è stato un travaso di voti tra Pasok e Syriza, mentre in Germania, Olanda e Francia le perdite del Partito Socialista non si sono trasferite alla sua sinistra. In Spagna il PSOE che aveva  il 42,64% da solo nel 2004 e che con Izquierda Unida al 4,96% totalizzava il 47,60% nel 2016 la somma di PSOE e Unidos Podemos è il 43,76% dopo essere stata nel 2015 il 45.68%. 
In Portogallo, unico paese con una maggioranza parlamentare di sinistra, la vittoria è stata resa possibile dall’aumento di PSP, CDU e BE, cioè hanno conquistato tutti nuovi elettori invece di rubarsi i voti l’un con l’altro. Sempre in Grecia il successo di Syriza  è stato possibile grazie ad un premio di maggioranza di 50 seggi e all’alleanza con un partito di destra, quindi bando ai principi di sistema proporzionale e di purezza di alleanze. Di questo si può discutere all’interno dei due progetti, per comodità Brancaccio e Santi Apostoli? Nemmeno per sogno, che almeno come progetto la lista unitaria debba valere  per le elezioni europee del 2019  credo se ne parla qui per la Prima volta. Chiaramente prima di impegnarsi per il 2019 si vuol vedere come va nel 2018, ma qui casca l’asino il progetto non è credibile per gli elettori se neppure esiste un progetto non dico quinquennale, che era l’orizzonte temporale della pianificazione sovietica, ma nemmeno biennale 2018-2019,  SE NON CI CREDONO NEPPURE I SUOI PROMOTORI.
La battaglia contro le leggi maggioritarie è stata condotta finora con successo giudiziario, ma non politico: Pisapia e Settori di MDP non sarebbero alieni a un’ipotesi di premio di maggioranza alle coalizioni: Ma in chi crede nel proporzionale non c’è coerenza. Se si vuole il proporzionale e si vuol governare bisogna obbligatoriamente pensare a coalizioni post-elezioni: nessuna lista ha il 50%, ma neppure il 40%: significa avere un programma minimo sul quale imbastire alleanze con chi ci sta o dire con chiarezza agli elettori, che si chiede un voto di testimonianza , un diritto di tribuna e via cantando, ma la verità creerebbe consenso?
Scusate FdI da solo è al 4,9%, un risultato da Brancaccio e Santi Apostoli. Al Senato la soglia è del 8% regionale, quindi c’è posto per una sola lista, spazio elettorale e politico, se non cv’è una sola lista ne va della credibilità di un progetto alternativo al governo Gentiloni ovvero Renzi Berlusconi. Se il progetto non è credibile non avrà consenso e si ripeterebbe l’esperienza Arcobaleno 2008 con il 3,12%, quando era accreditata tra il 4,8 e il 6,3% e le forze che l’avevano costituita sulla carta in base alle elezioni del 2006 sommavano più del 10%: NO_GRAZIE!!!!.
La sola differenza è che grazie all’Italikum l’arcobaleno eleggerebbe alla Camera superando dello 0,12% la soglia: pietoso!
Se la difesa e della Costituzione ci unisce bando alle puzze sotto il naso, perché è sulla sincerità nell’impegno di un’unica lista di sinistra che si misureranno le forze politiche e saranno giudicate. Nel 2008 ci fu anche un tentativo di aggregare il PS, cosa che fu possibile nelle europee del 2009, con il suo 0,86% avrebbe portato a superare la soglia, senza tenere conto di Partito Comunista del lavoratori o di Sinistra Critica.
Felice C. Besostri