«Caro Riccardo,
interrompo il promemoria sulle lingue minoritarie e stabilizzazione dei precari della scuola per rispondere alla Tua lettera. Non faccio parte della segreteria, ma della Direzione e del Consiglio Nazionale. Partecipare a tali organi è già difficile se non abiti a Roma e i tempi ristretti in cui operano incidono sulla qualità dei lavori. So bene che se non si chiudessero entro poche ore alla fine come in 10 piccolo indiani dell’ Agata Christie non sarebbe rimasto più nessuno. La partecipazione è inversamente proporzionale alle lotte per entrarci, con il risultato di organi pletorici e perciò irrilevanti politicamente. Ma in questo non hai responsabilità alcuna. Ti segnalo invece che il dibattito potrebbe essere più ordinato e gli interventi non dipendere dal caso di chi abbia in mano la mutevole lista degli interventi e del loro ordine. Se tra chi avesse fatto richiesta di intervento si procedesse ad estrazione a sorte, sarebbe meno arbitrario il criterio e statisticamente più rappresentativo delle diverse posizioni. Politicamente rispondo solo dei documenti che ho contribuito a redigere e per non lasciare equivoci mi sono tolto da FB. Ho guadagnato tempo per la riflessione politica e mi sono evitato crisi epatiche. Se il progetto di Risorgimento Socialista fosse finalizzato alla costruzione di un partito non mi ci sarei messo, come anche abbiamo rifiutato ogni richiesta di abiura alla nostra iscrizione al PSI. Lo scopo per me prioritario è quello di un’azione culturale-politica per porre la irrisolta questione socialista alla sinistra italiana.
La questione socialista non è la questione dei socialisti nella sinistra, ma la questione dell’intera sinistra italiana, come la questione meridionale è una questione nazionale e non degli abitanti del meridione. Della questione socialista il PSI avrebbe dovuto essere almeno il promotore, se non il protagonista, se la Costituente Socialista avesse avuto un diverso e meno deludente esito. Si è in ritardo, ma i tempi non sono tramontati e la crisi economico-finanziaria, che è anche sociale e politica, diventerà, anzi in parte è già diventata, crisi umanitaria e ambientale se non ci saranno proposte fondate su valori e programmi socialisti. La democrazia è in pericolo e l’Italia è terra di frontiera e le crisi si acuiscono nelle Krajne. Non sono Esopo e quindi non mi appartiene gridare al lupo, al lupo quando questo non è all’orizzonte, ma concedimi, che la mia conoscenza, non puramente libresca e teorica, delle istituzioni mi fa parlare con cognizione di causa. Per questo ho iniziato una serie di azioni giudiziarie, che sono politiche, prima contro il Porcellum, poi contro la legge elettorale per le europee e per le province e città metropolitane e prossimamente contro l’Italikum. In queste iniziative ho preteso di essere qualificato semplicemente come avvocato socialista. Speravo di avere il PSi al mio fianco come lasciava presagire un OdG presentato dal comp. Mauro Del Bue ad un CN. Non è stato così, come anche si è prestata cauzione alla revisione costituzionale renzi-boschiana. Per fortuna la partita su quest’ultima non è ancora chiusa, grazie anche all’iniziativa del comp.Buemi. Di questo amerei parlare, come di un ruolo del socialismo europeo, che in una nuova Zimmerwald dovrebbe avere inizio, in un confronto aperto, largo e non precostituito, tutto il resto sono dettagli.
Con fraterni saluti.
Felice C. Besostri