di Felice Besostri |
Cercherò di parlare dell’Italia del 27 maggio, perché spero che si metta alle spalle quella anteriore al 26 maggio quale che siano i risultati elettorali, per non farsi influenzare dei risultati propri e soprattutto altrui:
- Con le elezioni 2013 siamo entrati in un periodo di mobilità elettorale, grazie alle energie liberate dall’annullamento del premio di maggioranza, che però permane per gli enti locali e le Regioni, quindi, i singoli risultati di elezioni non sono significativi;
- Alle 12 tutti contenti, che i dati sull’affluenza sono in linea con le precedenti europee, fanno finta di non sapere che furono particolarmente basse, ma se non c’è un forte incremento dei votanti non ci saranno grandi sorprese per chi ha perso alle politiche 2018. Alle europee 2014 votanti 58,70% Politiche 2018 72,94% – politiche 2013 75,20.
- Secondo alcune previsioni intenzioni di voto Lega 31,25-FI 9,25- FdI5,46=45,92% – M5S 22,66% PD21,54%. Dunque CDX 45,92 M5S+PD 44,10% All Elezioni 2018 CDX 37,35% M5S+PD 51,44%. Se confermati il CDX guadagna soltanto grazie alla Lega all’esterno a spese del M5S e all’interno di FI. La maggioranza LEGA FdI è fuori vista 36,67%. Con il Rosatellum bis vinci in coalizione se ti avvicini al 40%. Non l’ha Lega + FdI né PD+FI. Stando a queste previsioni non entrano Sinistra + Europo e Verdi Nel 2018 LeU 3,49 + Pap 1,13 sopra soglia del 4%.
- Per impedire alla Lega di trarre i maggiori vantaggi dai voti sotto soglia sarebbe augurabile che Sinistra, Verdi +Europa superino la soglia. Sinistra potrebbe trarre il vantaggio dell’essere l’unica di sinistra essere penalizzata dal voto utile, che per le europee è una vera e propria stupidaggine.
- Prima cosa è di non dare importanza a questi risultati, perché non saranno decisive per un’alternativa al governo giallo-verde-bruna. Abbiamo bisogno una sinistra ALMENO al 10% e questa non è la Sinistra che abbia la possibilità di arrivarci. Bisognava che gli ex LeU avesse trovato un’intesa per allargare il perimetro della sinistra e giocarsi i rapporti di forza con le preferenze, una sfida difficile per chi si è abituato alle liste bloccate e alle pluricandidature anche a costo d perdere voti.