Il Rosatellum, nonostante il nome accattivante non è un vino e se lo fosse sarebbe una pessima bevanda adulterata, una sofisticazione dannosa  come è anche il Rosatellum inteso come legge elettorale. Si potrebbe sintetizzare così, in estremo, quanto emerso ieri sera dal dibattito svolto in una gremita sala  Feruglio a Feletto Umberto. Tema del confronto pubblico, organizzato dal Circolo di Udine di Libertà e Giustizia e dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, la presunta incostituzionalità del “Rosatellum”, la nuova legge elettorale, un nuovo pasticcio all’italiana che rischia di incagliarsi, non solo perchè è farraginosa e non garantisce con la sua macchinosità appieno la volontà degli elettori, ma anche per i presunti profili di incostituzionalità nei contenuti e per quelli ancora più palesi nell’iter d’approvazione a “colpi di fiducia”. Almeno così la pensano i vari relatori che si sono succeduti ieri a Feletto. Ospite d’onore l’Avv. Felice Besostri che ha guidato e guida anche oggi un pool di avvocati che è riuscito a far decadere le prime due leggi elettorali, Porcellum ed Italicum, facendole giudicare illegittime dalla Corte Costituzionale. “Ora abbiamo chiesto alla Corte Costituzionale, ha spiegato Besostri, di esaminare anche la terza legge: la Corte inizierà a farlo il 12 dicembre. Solo loro oggi, possono riuscire a evitarci di eleggere, per la quarta volta, un Parlamento con un voto incostituzionale”.

Lo stesso Besostri si è dilungato in una articolata analisi delle procedure che hanno portato all’approvazione del Rosatellum mettendo in evidenza le gravi anomalie costituzionali, sia quelle di natura squisitamente giuridica, che quelle che ne hanno “violentato” lo spirito. Besostri ha anche annunciato che se la Corte Costituzionale non dovesse accogliere i ricorsi presentati, non rimarrà che rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, utilizzando quello che lo stesso Besostri ha definito un cavillo giuridico. Le norme europee infatti vietano espressamente che la legge elettorale di uno Stato membro sia cambiata a meno di un anno dalla scadenza elettorale. Come è noto il Rosatellum non risponde a questo principio. In vari casi infatti  la Corte europea si è espressa bocciando leggi elettorali, buon ultima una norma votata in Bulgaria. Ma purtroppo, ha spiegato Besostri, la lentezza della Corte di Strasburgo (iter di media 4 anni) non ci eviterebbe di eleggere l’ennesimo Parlamento attraverso una legge irregolare. Oltre al citato Besostri, hanno discusso delle questioni altri relatori, coordinati dal bravo Giampaolo Carbonetto, giornalista e membro del Comitato Friuli per la Democrazia Costituzionale. Il primo a parlare è stato il Prof. Marco Cucchini di Articolo 1 – MDP che ha spiegato alla platea i meccanismi cervellotici di questa legge elettorale che rischia di favorire la coalizione di Centro Destra. Meccanismi talmente complessi che per la prima volta nella storia italiana, pare, saranno stampate nel retro della scheda le istruzioni per il voto. Intervento anche dell’On. Serena Pellegrino di Sinistra Italiana che ha raccontato la sua esperienza, relativa all’approvazione del Rosatellum, vista dall’Aula della Camera, ma soprattutto ha raccontato come già oggi il lavoro Parlamentare sia stato espropriato, in massima parte, dall’uso smodato della decretazione d’urgenza e dalla pratica del “voto di fiducia” che mortifica la stessa natura del lavoro di deputati e senatori chiamai solo alla “ratifica” di atti del Governo. Insomma già oggi, ha spiegato Pellegrino, lo spirito della Carta costituzionale non è rispettato, domani con il Rosatellum il rischio è che la situazione peggiori. Numerose le domande dal pubblico nonostante la complessità dell’argomento trattato.

Unico neo la scarsa presenza di giovani in sala, un problema che è ormai una costante in tutte le iniziative politiche, dimostrazione palpabile che non vi è solo il problema della disaffezione al voto, che fra l’altro norme elettorali come il Rosatellum rischiano di acutizzare, ma anche in generale alle logiche di gestione della “cosa pubblica”. La causa è ovvia anche se non unica, le logiche individualistiche, il denaro come unico fattore premiante e la competività esasperata, poste da anni come valori, spingono giovani e giovanissimi, a pensare solo a se stessi, alle loro fortune personali anche a discapito degli altri, secondo l’assioma “mors tua vita mea” di cui è intriso anche il Rosatellum. Ma questa è altra questione di cui sarebbe necessario iniziare a discutere.

FF

Fonte: friulisera.it