BASTA DEPUTATI E SENATORI NOMINATI DAI SEGRETARI DI PARTITO, BASTA LEGGI MAGGIORITARIE E DISCRIMINATORIE. È GIUNTA L’ORA DI RESTITUIRE LA SOVRANITA’ AGLI ELETTORI.

Finalmente il PD mostra il suo vero volto di partito che disprezza il popolo, che ha avuto l’ardire di non approvare lo stravolgimento della Costituzione democratica. Come se niente fosse ripropone un Parlamento con deputati e senatori nominati dai capipartito. Approfittando di una Camera dei Deputati eletta con il famigerato Porcellum, una legge elettorale incostituzionale che gli da una forza che non ha nel Paese, cerca una rivincita alla sonora sconfitta del 4 dicembre 2016.

Ancora una volta il capo o i capi dei principali partiti potranno determinare la composizione dell’assemblea parlamentare, assegnando il seggio ai propri fedelissimi, senza che il cittadino elettore possa mettervi becco, e potranno tenere fuori dal Parlamento le minoranze sgradite. Sono state reintrodotte le liste bloccate per il 50% dei seggi (quota proporzionale), mentre per l’altro 50% (quota maggioritaria), la pur minima possibilità di scelta fra i candidati del collegio uninominale è stata ulteriormente compressa dal fatto che si può esprimere un solo voto, e che quell’unico voto dato al candidato nel collegio uninominale si trasferisce automaticamente alla lista dei candidati nel collegio plurinominale, e viceversa. La rappresentatività delle assemblee parlamentari ne risulterà fortemente ridimensionata perché l’uninominale maggioritario premierà le forze politiche localistiche, determinandone una sovra rappresentazione  a scapito dell’uguaglianza del voto ed, in ogni caso, la composizione della rappresentanza sarà ancora una volta nelle mani di pochissimi individui, mantenendo in piedi il carattere oligarchico del sistema politico.

Il voto non è libero, personale e diretto come chiede la Costituzione. Il Senato che il popolo ha conservato elettivo non è più eletto a base regionale come richiede l’art. 57 della Costituzione. Candidati uninominali e capilista delle liste bloccate collegate nei collegi plurinominali possono essere dello stesso genere e non c’è più l’obbligo dell’alternanza di genere nelle liste bloccate: addio al riequilibrio della rappresentanza come richiede l’art. 51 Cost.

Tutti candidati sono designati dai partiti nei collegi uninominali o nelle liste bloccate, ma alcuni  privilegiati possono essere pluricandidati nel collegio uninominale e in tre collegi plurinominali: che agli elettori non venga in mente che possano punire un membro preminente della casta.

Chi ha votato NO al referendum deve opporsi per le stesse ragioni in maniera unitaria a questa legge elettorale per ottenere una legge che ristabilisca la rappresentatività delle assemblee parlamentari facendo sì che i cittadini possano scegliere da chi essere rappresentati e che i voti siano liberi ed uguali, e non forzati per pilotare il sistema verso sbocchi predefiniti. il Paese ha bisogno di un momento di verità sulla rappresentanza reale del popolo italiano, per ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche.

Felice Besostri