L’offensiva contro l’Italicum riparte dalla tutela delle minoranze linguistiche. A portarla avanti, un pool di avvocati ogliastrini che domani (oggi 22 aprile 2017 ndr.) si presenterà di fronte al giudice ordinario del Tribunale di Cagliari per chiedere che vengano sollevate alcune questioni di leggittimità davanti alla Corte costituzionale, la stessa che aveva già bocciato la legge elettorale in alcune parti. Marcella Lepori e Katia Cerulli, avvocate di Tortoli del Foro di Lanusei e il loro collega di Villagrande, Gabriele Sette, che lavora nel capoluogo, saranno supportati da Felice Besostri, esperto e combattivo giurista non nuovo ad imprese di questo genere e conosciuto per aver affossato il tanto vituperato Porcellum.
In punto di diritto, dovranno convincere il giudice Ignazio Tamponi di rimettere alla Consulta il provvedimento.

La strada è già segnata. «Sono stati proposti 20 ricorsi davanti ad altrettanti tribunali italiani – spiega l’avvocata Lepori – gli schemi sono pressoché uguali perché redatti da Besostri ed altri giuristi del coordinamento nazionale degli avvocati anti-Italicum. In alcune regioni italiane sono state aggiunte le eccezioni di legittimità relative alle minoranze linguistiche». E questo è ciò che accaduto in Sardegna. «Nella nostra isola e in Friuli Venezia Giulia esistono minoranze linguistiche riconosciute dalla legge nazionale e regionale che, a nostro giudizio vengono discriminate rispetto alle altre minoranze linguistiche supertutelate della Valle d’Aosta e del Trentino Alto Adige». osserva il legale.

Secondo il ricorso – sottoscritto da un gruppo di cittadini tra cui una decina di attivisti del comitato “In difesa della Costituzione” di Quarto – mentre le minoranze linguistiche di queste due regioni godono di una super tutela, non altrettanto accade per la Sardegna.
C’è poi un altro, aspetto sconosciuto ai più. «A differenza di quanto si potrebbe pensare, i ricorsi contro la legge elettorale non sono diventati superflui dopo la sentenza della Consulta – spiega l’avvocata Cerulli – rimangono sul tappeto alcune questioni di legittimità costituzionale, non esaminate dalla Corte, che sono state puntualmente riproposte».
Tra le varie questioni, oltre a quella linguistica, aCagliari ne sono state proposte altre. «In particolare – spiega l’avvocato Sette – ci siamo soffermati su quella che riteniamo l’incostituzionalità dell’intera legge elettorale».

Alla Camera è stata posta la questione di fiducia, al Senato è stato votato un super-emendamento, il cosiddetto canguro, che secondo gli avvocati anti Italicurn ha obliterato ogni discussione sulla maggior parte degli emendamenti presentati. « Secondo noi è la conclusione del pool questo viola la costituzione che, per le leggi elettorali, prescrive l’osservanza del procedimento legislativo “normale” con votazione articolo per articolo.

Fonte: La Nuova Sardegna