L’udienza era convocata per l’ordinanza del tribunale di Messina, ma il 27 luglio in “Gazzetta” c’era quello di Torino.
Besostri:Questa legge è irreformabile, andrebbe cancellata in toto

Da tempo si sa che il 4 ottobre la Corte Costituzionale discuterà in pubblica udienza l’ordinanza del Tribunale di Messina che ha rimesso sei punti di uno dei ricorsi promossi in 18 tribunali italiani sull’Italicum. “È un’ordinanza del 17 febbraio 2016, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale de l6 aprile scorso con il numero progressivo 69. Quasi nessuno ha notato però che – con procedura straordinaria sulla Gazzetta Ufficiale del 27 luglio, serie speciale Corte Costituzionale n. 30 – è stata pubblicata con il n. 163 un’ordinanza del Tribunale di Torino del 5 luglio 2016”. Ce lo racconta Felice Besostri, che del tema ne sa più di qualcosa visto che è stato uno degli avvocati che ha seguito i ricorsi sul Porcellum fino alla dichiarazione di incostituzionalità con la famosa sentenza del gennaio 2014. Ogni ordinanza, man mano che arriva in ordine cronologico, prende un
numero. “Ebbene lo strano è che l’ultima ordinanzache poneva una questione di legittimità costituzionale era stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 13 luglio 2016, serie speciale n. 28, e aveva il n.134. Ben 29 ordinanze sono state scavalcate”, spiega l’avvocato. Le ordinanze tra la 134 e la 162 sono state “superate” nella pubblicazione, conuna procedura straordinaria.
QUALE LA RAGIONE?
“Non esiste una regola rigida per l’ordine di pubblicazione. Proba-bilmente la Corte sta tentando di riunire la discussione delle due ordinanze, Messina e Torino: un fatto molto positivo. Se l’ordinanza non fosse stata pubblicata il 27 luglio diventava difficile poter fissare un’udienza il 4 ottobre per riunire i due ricorsi. Anche se, teoricamente, con una pubblicazione 1’8 agosto i tempi ci stavano: 20 giorni per le costituzioni e 30 giorni per comunicare la data dell’udienza. Comunque, in data 1 agosto mi sono costituito e ho chiesto la trattazione congiunta con l’ordinanza di Messina nella quale mi ero già costituito. Il costituzionalista Stefano Ceccanti, in due convegni pubblici, si era detto certo che la Consulta avrebbe dichiarato inammissibile l’ordinanza siciliana. Chissà se è rimasto dello stesso parere”. Relatore dell’ordinanza di Messina sarà Nicolò Zanon, alla Consultain quota centro-destra, nominato dal presidente Napolitano. “Sarà il relatore anche di Torino?”, si domanda Besostri. Sua moglie, la professoressa Marilisa D’Amico – ordinario di diritto Costituzionale a Milano – è schierata apertamente per il Sì e ha espresso, come molti altri, dubbi sull’Italicum. “Ora si vuole negare che la legge elettorale sia legata alla riforma”, conclude l’avvocato. “Dunque
è opportuno che la Corte voglia decidere sull’Italicum prima del referendum costituzionale vista la stretta connessione tra legge elettorale e legge di revisione costituzionale. Ma bisogna domandarsi a chi gioverebbe, ora, un annullamento parziale della legge elettorale. Io credo a quei settori della maggioranza che pensano ‘che con modifiche dell’Italicum si possa votare Sì al referendum. Ma l’Italicum per quanto è mal congegnato andrebbe bocciato in toto”. SR

Pubblicato su: Il Fatto Quotidiano