di Gianluca Roselli

Se ne occupa pure l’Osce, nel rapporto stilato dai suoi osservatori in merito alle elezioni italiane: il Rosatellum, e secondo l’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea, porta con sé due vulnus: essere stato approvato a colpi di fiducia e a pochi mesi dalle elezioni (nell’ottobre 2017). Ora, di fronte al ricorso presentato da Felice Besostri e altri (tra cui diversi parlamentariM5S), sarà la CorteCostituzionale a esprimersi. Nella giornata di oggi (4 luglio ndr.), infatti, la Camera di consiglio della Consulta dovrà decidere sull’ammissibilità del conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato (e per la prima volta tale funzione viene attribuita anche al corpo elettorale).

La denuncia riguarda la violazione delle prerogative del corpo elettorale e dei singoli parlamentari in quanto “viene a essere compromesso il diritto di votare liberamente e secondo la Costituzione”. I ricorrenti, infatti, puntano il dito sul fatto che il Rosatellum sia stato approvato con la fiducia, possibilità tra l’altro non prevista dall’articolo 72 della Carta. Il ricorso critica anche altri aspetti, tra cui l’impossibilità di procedere al voto disgiunto. Se il ricorso sarà ammesso, potrebbe essere il primo pas-so per un giudizio di incostituzionalità della legge elettorale vigente, come accadde in parte anche per l’Italicum. “Non è tanto questo che ci interessa, quanto il fatto che le nostre contestazioni siano accolte”, fa sapere Besostri.

Fonte: Il Fatto Quotidiano