Caro Besostri, mi ricordo di lei. Vent’anni fa, giovane cronista, mi colpì trovare un parlamentare competente e pacato. Ora lei è diventato un personaggio di culto come distruttore di leggi elettorali; e il Porcellum lo meritava. Ma ora bisogna costruire; e quello non è compito della Corte.
Aldo Cazzullo

 

Caro Cazzullo, Costruire? Non aspetto altro!
Il senso dei nostri incontri con i gruppi parlamentari (sono una ventina, mentre ai tempi del vituperato proporzionale erano dieci) è proprio questo. Per costruire occorre che siano sgombrate le macerie di due leggi elettorali incostituzionali il Porcellum e l’Italicum.
Purtroppo il nostro sistema di controllo di costituzionalità soltanto in via incidentale smantella pezzi importanti di una legge, spesso il cuore, o i muri maestri,  come erano il premio di maggioranza senza soglia e le liste bloccate per il  porcellum o il ballottaggio per l’italicum, secondo il suo padre spirituale prof. Dalimonte, ma l’impianto edificato resta,
ma può essere un compito solo di un Parlamento, il terzo, eletto con una legge elettorale incostituzionale di approvare una legge costituzionale?
Non è una contraddizione in termini, contradicio in adietco per noi figli della scuola media col latino obbligatorio? Non credo, basta rileggersi le audizioni degli esperti, tra i quali anch’io, disposte dalle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato per rendersi conto che i pericoli di incostituzionalità erano incombenti.

Non si sapeva soltanto quando sarebbero emersi. E’ iniziata una gara per accelerare i tempi del controllo di costituzionalità, nella quale ho in parte un merito, ma molto minore dei cento avvocati che in 22 Tribunale si sono spesi sul terreno e tutti pro bono, cioè senza compenso. Dall’altra il tentativo di votare, comunque, con l’italicum, dopo poteva essere dichiarato incostituzionale, tanto sarebbero rimasti gli eletti tutti al loro posto per completare la deforma costituzionale, che nel frattempo sarebbe stata approvata.

Il disegno ha trovato due inciampi: il voto popolare del 4 dicembre 2016 e la maturazione dei ricorsi iniziati nel novembre 2015 a Milano e Venezia, dove pendono tuttora, Milano in Corte d’Appello, cioè ben prima della approvazione del disegno di legge costituzionale  pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016 e sottoposto al referendum previsto dall’articolo 138 Cost., perché approvato con una maggioranza inferire ai due terzi di ciascuna Camera.

Ho proprio voglia di cominciare a costruire, ma mi manca un partito alternativo di sinistra, socialista, democratico, laico, ambientalista, riformatore, internazionalista ed europeista, nel quale possano, non solo convivere, ma dialogare in permanenza tutti i filoni ideali storici della sinistra comunista, socialista e libertaria e atei, agnostici e credenti per i quali la fede è un  modo di stare nel mondo e non un’ideologia. Spero che la sua curiosità sia interessata a conoscere questo progetto costruttivo (e la legge elettorale collegata per non perdere le abitudini).

Cordialmente

Felice C. Besostri

 

Caro Cazzullo,
Il proporzionale con premio di maggioranza è il peggiore in assoluto. Piuttosto è meglio un maggioritario, all’inglese o alla francese scelga il Parlamento, è un sistema costituzionale.

Mi impegno a non impugnarlo, vorrei occuparmi finalmente dei miei nipotini. Tuttavia chi, tra le formazioni politiche disprezza il proporzionale, non adotterà mai un maggioritario, perché è un sistema onesto e non falsificabile. Per avere la maggioranza nel Parlamento bisogna conquistare la maggioranza dei collegi uno per uno: troppo faticoso, perché devi scegliere candidati uninominali credibili,non i tuoi famigli. Se proprio si vuole un proporzionale sono per una soglia d’accesso del 5%.
Si può dare anche un premio di maggioranza perfettamente costituzionale, ma questo lo tengo per me, perché non mi piacciono le maggioranze conquistate con un algoritmo e non corrispondenti ad una maggioranza reale. L’unica eccezione che ammetto è quella ecuadoriana: per evitare un ballottaggio devi avere la maggioranza assoluta ovvero il 40% ma con la seconda lista dietro almeno di 10 punti percentuali.

Sempre più cordialmente

Felice C. Besostri