«Avvocato Felice Besostri, lei è tra i legali che ha vinto davanti alla Consulta il ricorso contro il Porcellum, adesso si e rivolto a più tribunali, contro quella che lei definisce”l’ Europorcellum”, la legge italiana per il voto in Europa. Sembra la persona giusta per chiedere che fine farà l’annuncio di Silvio Berlusconi di candidarsi in 5 circoscrizioni per le elezioni europee di maggio. Come tutti sanno è un condannato definitivo (per frode fiscale) e per la legge Severino è incandidabile per i prossimi 6 anni.

Può presentarsi lo stesso?

La legge Severino gli impedisce di candidarsi, non gli impedisce l’atto materiale di candidarsi. Ma c’è un ostacolo da superare per questo atto materiale se dovesse compiersi dopo una possibile pena accessoria definitiva all’interdizione dai pubblici uffici, che fa perdere anche il diritto di votare. In base a una legge del 1979 per le europee, infatti, bisogna essere elettori per essere eleggibili. Berlusconi, nel momento in cui si candiderà (può farlo tra il 10 e il 15 aprile, Ndr) è in grado di presentare un certificato di iscrizione alle liste elettorali? Potrebbe essere possibile perché la comunicazione tra pubblici uffici, infatti, non è in tempo reale.

Alla luce di quanto ha appena spiegato, dunque, avrà un peso anche la sentenza della Cassazione, del prossimo 18 marzo, che dovrà pronunciarsi sui due annidi interdizione dai pubblici uffici?

Certamente. In caso di conferma, per due anni Berlusconi perderebbe anche il diritto a votare.

Ammettiamo, invece, che Berlusconi riesca a candidarsi come numero uno della lista Forza Italia. Cosa accade?

I competenti uffici circoscrizionali, in questo caso di Milano, Roma, Venezia, Napoli e Palermo, lo escluderebbero dalla lista.

Difficile immaginare un Berlusconi rassegnato…

Contro l’esclusione si può ipotizzare un ricorso ai TAR delle regioni dove si è candidato a mio avviso potrebbe presentare un’eccezione di incostituzionalità della legge Severino.

Se anche uno solo dei 5 TAR gli dà ragione, cioè ritiene che la questione non sia manifestamente infondata, la parola passa alla Consulta. Ma perché sia candidabile, in attesa della eventuale pronuncia della corte costituzionale, è necessario che il TAR- sempre proseguendo il ragionamento in via ipotetica – gli conceda la cosidetta sospensiva contro la quale l’avvocatura dello Stato può ricorrere. Non può, invece, ricorrere nei confronti dell’eventuale decisione del TAR di rivolgersi alla Consulta.

L’eventuale sospensiva dell’incadidabilità naturalmente varrebbe solo nella circoscrizione in cui si è deciso, per ipotesi, in tal senso.

Che tempi ha il TAR per una decisione del genere?

Una decina di giorni, non di più.

Il 10 aprile il tribunale di Sorveglianza di Milano comincia l’udienza per decidere se concedere a Berlusconi l’affidamento ai servizi sociali, o se metterlo agli arresti domiciliari dopo la condanna definitiva, sempre al processo Mediaset, a 4 anni, di cui tre indultati. Qualunque sarà la decisione dei giudici, l’ex premier, candidatura a parte, potrà fare campagna elettorale?

In caso di domiciliari, dipenderà se saranno severissimi, con divieto di comunicare all’esterno, per esempio anche al telefono, o se, invece, saranno più morbidi. Lo stesso discorso vale per l’affidamento ai servizi sociali. Dipende da come saranno modulati.

In caso di candidatura di Berlusconi, e/o di una sua esclusione, qual è il destino della lista di Forza Italia?

La lista procede con gli altri candidati.

Potrebbe chiamarsi, per. esempio, Forza Italia-Silvio Berlusconi, anche con una sua esclusione dalle candidature, o una sua impossibilità a candidarsi?

Sicuramente. Entrambi i casi non incidono sulla scelta del nome della lista.

di Antonella Mascali

Fonte: Il Fatto Quotidiano – Pubblicato domenica 16 marzo 2014