Le compagne ed i compagni socialisti riuniti in assemblea l’8 aprile 2017, a Torino presso la Società del Mutuo Soccorso De Amicis, storica associazione che ha contribuito alla nascita della Torino operaia e socialista ad inizio novecento, ringraziano i compagni e le compagne che il 12 marzo da Roma hanno lanciato l’appello ai socialisti di buona volontà, che viene assunto quale base per il rafforzamento dei circoli esistenti in Piemonte e per la costituzione di nuovi circoli nelle province ancora sprovviste.

L’impegno dei socialisti che si è sviluppato in questi ultimi 10 anni, a partire dalla costituzione nel 2008 del Gruppo di Volpedo, primo gruppo organizzato di associazioni e circoli socialisti, ha prodotto una crescita continua di aggregazioni che hanno il socialismo quale tratto distintivo. Tutto ciò è stato un bene ma si sta rivelando un limite alla nascita di una nuova forma politica unitaria, in grado di rilanciare una Idea di socialismo che superi le debolezze politiche del Psi attuale.
Il nascente movimento deve avere un ambizioso obiettivo, dotarsi di una organizzazione diffusa nei territori per costituire, entro sei mesi ed in tutta Italia, una rete con almeno un circolo per ogni provincia. Solo un’organizzazione ampia, aperta e partecipata sarà in grado di portare tutti i socialisti, ovunque essi siano, ad una analisi condivisa dei guasti prodotti da una politica subalterna all’ideologia liberista, consentendo l’avvio di un processo virtuoso in grado di riconsegnare agli italiani una proposta di nuovo socialismo, più che mai necessaria per avere un governo democratico dei processi in atto.

La finalità politica del processo avviato il 12 marzo non può però essere solo demandata alla buona volontà dei compagni e delle compagne dei vari territori, l’organizzazione dal basso di Socialisti in Movimento deve essere supportata con l’elaborazione di un Programma per il Socialismo nel XXI secolo, da definire entro fine anno in una apposita Convenzione Programmatica e che dovrà avere quali riferimenti la Democrazia, il Lavoro, e l’Equa Redistribuzione della ricchezza prodotta, a partire da una scelte politiche utili per rilanciare una Programmazione Economica e produttiva necessaria per far crescere l’occupazione, ed in particolare quella giovanile e femminile.

Le compagne ed i compagni socialisti riuniti a Torino rivolgono poi un grande ringraziamento al compagno Besostri ed agli avvocati che hanno sostenuto i ricorsi contro leggi elettorali liberticide. Se oggi la politica nazionale è in movimento è soprattutto grazie al loro lavoro, ed al sostegno dei tanti socialisti autonomi al loro impegno.
La sentenza della Consulta del 2014 sul Porcellum è stato il primo stop ad una deriva autoritaria, e la vittoria al referendum de 4 dicembre 2016, ed ancora di più la recente sentenza del 25 gennaio sull’Italikum, hanno infine segnato un discrimine netto tra uno Stato autoritario ed una Repubblica democratica, in cui la rappresentanza di tutte le idee politiche deve avere la piena agibilità politica.
Per questi motivi i circoli del Piemonte che aderiranno a Socialisti in Movimento si dichiarano sin d’ora disponibili a sostenere la raccolta di firma avviate per una legge elettorale proporzionale.
Sempre Avanti! per costruire una nuova Idea di Socialismo per il XXI secolo

BASTA LO SDEGNO UMANITARIO PER LA SIRIA?
Non è certo la prima volta che i belligeranti in Siria usano armi chimiche. Ed è anche possibile che sia stato, come talvolta anche in passato, il brutale governo di Assad ad usarle. Ma è anche possibile che siano stati i ribelli, come anche in passato, ad usarle.
Si sta parlando di un Paese massacrato da sei anni di feroce guerra civile, bombardato senza riguardi per le popolazioni da grandi e medie potenze, alla mercé di milizie efferate che usano come scudi umani i civili stessi, e praticano doppi e tripli giochi nelle alleanze con la compiacenza a geometria variabile delle suddette potenze (Russia, USA, Gran Bretagna, Francia, Arabia Saudita, Iran, Turchia, ecc.).
Pare quindi strumentale e assai poco legittimo l’inopinato raid USA di ieri notte in risposta all’ultimo crimine perpetrato con armi “proibite” (come se le “altre”, i bombardamenti a tappeto sulle città, le mine antiuomo, le cluster bombs, le popolazioni sequestrate, deportate, stuprate, schiavizzate e sterminate fossero più accettabile ordinarietà).

Lo sdegno umanitario sembra invece, ancora una volta, l’ipocrita pretesto per continuare ad alzare la posta di quel “grande gioco”, nello scontro indiretto che le suddette potenze continuano a praticare in quella sventurata regione.
Vorremmo che l’Unione Europea non fosse più soltanto una mediocre ed evanescente sigla di una unione che si limita a guardare e, all’occorrenza, a schierarsi supinamente dietro le svolte, peraltro sempre più imprevedibili, del suo grande fratello alleato.
Vorremmo che l’Europa assumesse una vera e credibile iniziativa di pace, proprio interponendosi tra le contraddizioni delle due superpotenze, non con moralistiche declamazioni di pace, ma con la lucida consapevolezza di voler aprire una via nuova, per una mediazione realistica in grado di riportare definitivamente la pace per tutta la regione.

“Il resto è silenzio”, come diceva Amleto morendo.